Nei primi anni 60 del secolo scorso Danilo
Dolci - a seguito di un attento studio delle
condizioni di vita delle classi subalterne della Sicilia occidentale condotto
con il metodo che Danilo amava denominare "autoanalisi
popolare"- coniò il termine "SISTEMA
DI POTERE CLIENTELARE-MAFIOSO", ritenuto più
adeguato del termine "mafia" a comprendere l'effettiva realtà delle
cose.
La ricerca avviata nel 1960 con il libro "SPRECO" si concluse nel 1965 con il saggio "CHI
GIOCA SOLO" di cui abbiamo già parlato in un precedente
articolo (https://cesim-marineo.blogspot.it/2015/01/danilo-dolci-contro-bernardo-mattarella.html ).
In realtà
l'analisi condotta dal sociologo triestino, trapiantato in Sicilia nei primi
anni cinquanta, non serviva solo a comprendere meglio la Sicilia occidentale ma
bensì l'intero Mezzogiorno d'Italia come si evince dal pezzo seguente.(fv)
L'on.Colombo
nel feudo di Lucania
Gerardo Chiaromonte
È giusto ed opportuno far conoscere
agli italiani anche soltanto alcuni episodi sul modo come si muove, in Lucania,
in questa campagna elettorale, l'on. Emilio Colombo. C’è quasi un cliché di
quest'uomo, che la TV (e i “grandi” giornali come il Corriere della Sera) hanno
accreditato; l'uomo pieno di sussiego, l'esperto di finanza, il politico che
discute con signorilità e con distacco dei problemi più difficili, il
«meridionalista moderno». Ebbene, anche per noi, che non siamo stati mai teneri
verso l'on. Colombo, che abbiamo sempre denunciato la sua politica come quella
più conveniente agli interessi dei grandi gruppi industriali e più
antimeridionalistica, la constatazione del modo come questo dirigente della DC
si muore nella sua regione è stata come una sorta di ritorno a ricordi lontani
di letture giovanili sulla vita politica meridionale prima del fascismo. E
abbiamo riscoperto l'“ascaro” salveminiano. il politico corruttore, il demagogo
facile, il capoclientela potente. Certo, oggi, nel Mezzogiorno, anche molti
esponenti del PSU (era il periodo dell'unificazione tra Psi e Psdi, n.d.r.) si
sono messi sulla stessa strada: ma per giustizia va detto, a mio parere, che
costoro sono, al confronto con Emilio Colombo, dei dilettanti.
Innanzitutto ho potuto osservare
che, per la Lucania, il ministro del Tesoro ha una funzione particolare di
rappresentanza per tutti i ministeri. È cioè una specie di delegato del capo
del governo. E così Giacomo Mancini non può inaugurare strade in Lucania
(nemmeno quelle ai confini della Calabria), e forse non può nemmeno inviare
telegrammi con l'annuncio di stanziamenti di milioni per questa o quella opera.
No: queste cose deve farle, in Lucania, Emilio Colombo, e nessun altro. Lo
stesso discorso sì potrebbe ripetere per il ministro delle Poste o per quello
della Pubblica Istruzione.
Ho assistito, nei giorni scorsi, a
un intero comizio dell’on. Colombo a Lagonegro (dovevo parlare dopo di lui).
Ebbene, quello che più mi ha colpito è l'annuncio dato a voce alta, dagli
altoparlanti: “Arriva, arriva Sua Eccellenza Colombo, insieme al Questore e al
Provveditore agli Studi». .Ma come, mi son chiesto. questi funzionari dello
Stato partecipano, in Lucania, così apertamente, alla campagna elettorale del
capolista della DC? È vero: mancava il Prefetto. Altrimenti, il ricordo di quei
comizi che descriveva Salvernini (col deputato governativo giolittiano che
girava il suo collegio insieme al Prefetto) sarebbe stato completo.
Il contenuto dei discorsi di
Colombo in Lucania interessa assai meno. Egli sembra, in verità, un ingegnere
di ponti e strade, e impiega gran parte del suo tempo a descrivere con
precisione i tracciati e le pendenze delle superstrade, dei raccordi, dei collegamenti:
sono in verità le uniche cose di cui può parlare. E poi racconta che la
diminuzione delle forze di lavoro è in Lucania sintomo sicuro di progresso
economico: le donne non lavorano perché, in effetti, non ne hanno più bisogno.
E poi si arrabbia contro i comunisti che sono ignoranti in economia politica e
non capiscono i meriti di chi, come lui. ha dovuto salvare la lira. E poi la
puntata contro gli aumenti di salario degli operai del Nord che sarebbero alla
base delle difficoltà del Mezzogiorno. E infine Praga, Varsavia, Mosca, in
quantità grande (quasi come le strade).
Ma, ripetiamo, non è il contenuto
dei discorsi di Colombo che ci ha colpito. Egli è assai preoccupato: ed usa
ancora con più forza e spregiudicatezza la rete clientelare con la quale ha
irretito tutta la vita della regione. La raccomandazione, la promessa, la
manovra sulle supplenze e sugli incarichi dei maestri, gli incarichi di
progetti per opere pubbliche, le concessioni di credito: tutto è regolato, in
queste settimane, ai fini elettorali, nel modo più scoperto. Sembra quasi. a
stare a Potenza o a Matera, che si tratti di un fatto normale.
E i questa scia si muovono i
“vassalli”. L’avv. Morlino, lucano e membro della direzione della DC, non ha
avuto il placet di Colombo per presentarsi in Lucania, ed è stato mandato sul
lago di Como nel collegio senatoriale di Lecco. Quelli che son rimasti sono
impegnati nella nobile gara di apparire come i più fedeli al capo, a lui, ad
Emilio Colombo. Voglio riportare un solo esempio, che ci ha molto
impressionato. Avevamo conosciuto, a Bari, anni fa, il prof. Decio
Scardaccione: era presidente dell’Ente di Irrigazione, aveva elaborato un piano
interessante per l'irrigazione della Puglia e di parte della Lucania (che noi
avevamo apprezzato ma che non si è realizzato e nemmeno avviato). C’era
sembrata, in verità, una persona assai seria e dignitosa. Ebbene, siamo rimasti
stupiti c anche addolorati quando abbiamo letto un volantino propagandistico
che il prof. Scardaccione fa distribuire nel collegio senatoriale in cui è
candidato. E di questo volantino è giusto che i tecnici, gli intellettuali
italiani conoscano almeno questo periodo: “In un convegno a Policoro. di
qualche anno fa, il professore Scardaccione fu definito il braccio destro del
ministro Colombo: vogliamo augurarci che la mente del nostro ministro abbia
pensato definitivamente alla volle dell’Agri. inviando qui il suo braccio
operoso, che si personifica nel prof. Decio Scardaccione ».
Ecco chi è Colombo, ecco quali sono le conseguenze del suo dominio. Ma il trono vacilla: vacilla soprattutto nelle coscienze delle giovani generazioni. La battaglia che i comunisti conducono in Lucania è quindi anche una battaglia meridionalistica di civiltà democratica, di dignità umana: una battaglia per liberare la regione da una cappa soffocante, che mortifica non solo i lavoratori, ma anche le intelligenze più viraci e gli uomini di cultura più sensibili.
“l'Unità”, 16 maggio 1968
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