Gabino Rey (Marín 1928-Barcelona 2006)
I poeti che scrivono in lingua sarda, non
meno di quelli italiani, si rifanno alla grande tradizione letteraria
che passa attraverso la Bibbia, il Cantico dei cantici, i classici greci
e latini e la più recente letteratura italiana di Foscolo, Leopardi,
Pascoli, D’Annunzio. In questo vasto repertorio, il tema della donna è
uno di quelli che hanno maggiormente ispirato i poeti di tutti i
tempi. In questo filone si inserisce anche Feminas di Vincenzo Pisanu. Scritta in dialetto campidanese, questa poesia è stata pubblicata nella raccolta Saboca¹ e ha avuto diversi riconoscimenti in vari premi letterari. Secondo Nicola Tanda l’autore esprime in Feminas
“la sua corale comprensione per il mondo femminile, leva quasi un inno
alla femminilità e soprattutto all’amore che riscatta alla fine ogni
gesto e ogni tormento, che accomuna ogni donna nel dolore, nella
tenerezza, nella pietà, nella passione, nella disperazione: amanti,
madri, sorelle, tutte egualmente santificate e ugualmente riscattate
dall’amore del poeta”. Di diverso avviso Matteo Porru che nella sua
recente antologia, dedicata al motivo della donna nella poesia sarda,
ravvisa nell’autore la tendenza a indulgere “alla carnalità e al suo mai
troppo esaltante potenziale erotico”. Probabilmente per questa ragione
ha preferito non inserire la poesia Feminas nell’omonima
raccolta da lui curata². Con tipico e tardivo gusto adolescenziale per
la trasgressione, giacché nella memoria di molti di noi prof. Matteo
Porru è rimasto impresso come preside severo e inflessibile,
ci prendiamo ora la soddisfazione di disobbedire ai suoi divieti e ve la
proponiamo, Feminas, in questa versione recitata in tre lingue (sardo, spagnolo, italiano) sullo sfondo di un caleidoscopio di immagini evocative.
Sandra Mereu
¹ Vincenzo Pisanu, Saboca. Poesias, Grafica del Parteolla, Dolianova 1992.
² Matteo Porru, Feminas. La donna nei versi popolari di 51 poeti sardi, Edizioni della Torre, Cagliari 2013.
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