12 ottobre 2013

5 stelle e 400 morti





 ANNA PIZZO - 5 STELLE e 400 MORTI

Chi pensa che in tutte le cose ci siano sempre almeno due punti di vista, può ragionevolmente dire che i 339 morti di Lampedusa più i 50 morti di Malta (totale 400 meno uno) siano “tragici incidenti di percorso” e che sarebbe sbagliato cancellare (almeno) il reato di clandestinità dalla legge Bossi-Fini perché in questo modo l’Italia verrebbe “invasa” da straccioni di ogni risma. E che la cosa importante è fare il pieno di voti per poter al più presto governare. Ci sono invece coloro che pensano che cancellare l’orrore del reato di clandestinità e restituire all’Italia un profilo quantomeno umano dopo undici anni di barbarie sia non solo necessario ad un eventuale “aspirazione di governo” ma indispensabile alla tenuta sociale del nostro paese. Possono questi due “punti di vista” convivere? Beppe Grillo pensa di no e io sono d’accordo con lui.
Non c’è una via di mezzo tra l’aspirazione alla presa del potere favoleggiata dai capi dei 5 Stelle e la determinazione a proseguire sulla strada degli omicidi per legge. E nessuno mai mi potrà convincere a condividere una qualsiasi “guerra giusta” contro la corruzione e il malaffare rivendicata da chi, con l’altra mano, impugna la gogna o, in questo caso, la micidiale arma del razzismo.
Così, Grillo se la prende con i suoi senatori colpevoli di aver tirato un salvagente al governo e coerentemente rivendica la “giusta linea” di non tirare salvagenti a nessuno, men che mai a quelli che potrebbero “invaderci”. La purezza della “sua” politica va di pari passo con la purezza della “razza” perché la strada che porta al governo deve essere lastricata di incrollabili certezze, senza mai cedere e sporcarsi le mani a raccogliere cadaveri di bambini, donne e uomini.
Tutto questo, ancor prima che orribile, è letteralmente impossibile: non si può ragionevolmente pensare che una politica dell’esclusione possa generare un governo della partecipazione. Sembra lo sappiano perfino i senatori 5 Stelle che si sono disposti a salvare quel poco che è possibile ancora salvare per evitare che la strage diventi genocidio. Il solo tenacemente abbarbicato sulla tolda di una nave che sta inabissandosi, il solo a credere alla possibilità di un governo “giusto” costruito sui morti, sull’indifferenza e sul razzismo è Lui, il capitano del Titanic o, più modestamente, lo Schettino della politica nostrana.

da:  http://www.democraziakmzero.org/2013/10/11/5-stelle-e-400-morti/

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