26 ottobre 2013

LA DIFESA DI ODIFREDDI




LA REAZIONE SORPRESA DI UN RAZIONALISTA: ODIFREDDI DÀ LE SUE CONTRORISPOSTE NEL MERITO DELLE QUESTIONI STORICHE

di Piergiorgio Odifreddi
Se posso permettermi di aggiungere un’altra matrioska a questa vicenda, provo a rispondere ad alcune delle sue obiezioni. almeno per quanto posso farlo indirettamente, visto che lei non critica direttamente le cose che ho detto io, ma quelle che Quit the Doner ha detto su ciò che è stato detto di me.
1) Molto semplicemente, non sono scettico sull’olocausto in generale, e sulle camere a gas in particolare, né lo sono mai stato. e, tra l’altro, con tutto ciò che ho scritto nel corso degli anni, confesso onestamente che mi pare improbabile anche solo poter credere che lo fossi.
tanto per citare qualcosa di recente, questo mio post, di poco precedente quelli incriminati può essere compatibile con le idee di un negazionista e, addirittura, un filonazista?
Per questo mi sono stupito che una persona come riotta, che non solo mi conosce, ma che nel suo periodo da vicedirettore de “la stampa” ha pubblicato molti miei articoli, abbia potuto pensare certe cose di me. ma ora non mi stupisco più, dopo le conferme della sua deontologia professionale nei giorni successivi:
2) Sullo spettro di verità, che separa fra loro quelle matematiche, scientifiche, storiche, eccetera, mi sembra di aver detto delle banalità. E mi sembra che gli storici stessi siano d’accordo sul fatto di non essere d’accordo sui concetti che loro stessi usano.
Ad esempio, intervenendo nel dibattito sulla legge contro il negazionismo, Agostino Giovagnoli, presidente della Sissco (Società Italiana per lo Studio della Società Contemporanea) ha dichiarato: “Sulla definizione di genocidio e su quali siano stati i genocidi nella storia, tranne qualche caso, non vi è accordo tra storici o tra giuristi. Ancor meno c’è accordo su quali vadano considerati i crimini di guerra e contro l’umanità”.
Mi sembra che questo confermi ampiamente che la verità storica è di un tipo ben diverso da quella matematica, o anche solo scientifica.
3) A proposito dei crimini di guerra, la mia “opinione” (mi scuso di continuare a usare questa parola, che fa scandalo in un mondo apparentemente popolato da gente che ritiene di possedere solo verità) è che se il nazismo avesse vinto, oggi lo sterminio degli ebrei non verrebbe affatto considerato “un crimine terribile” funzionale alla vittoria, ma un semplice e giustificato “atto di guerra”. Esattamente come lo sono appunto le bombe atomiche o le tempeste di fuoco in occidente, dove non mi sembra che nessuno abbia mai “chiesto perdono” al proposito. E dove dopo la guerra non c’è stata una bannazione degli ordigni nucleari, ma una corsa agli armamenti.
4) Non capisco bene il dibattito tra fascismo e antifascismo nel nostro paese. Da un lato, perché partiti come la Lega o il Pdl propugnano versioni moderne del fascismo. e dall’altro, perché la legge contro il negazionismo era una tipica legge fascista, votata in commissione da tutti i partiti, compresi quelli neofascisti, e paradossalmente definita dal presidente della repubblica, ex comunista, “un’affermazione importante di attaccamento a principi di libertà e tolleranza”. Oggi l’antifascismo è una parola vuota, che serve a distogliere l’attenzione da quello che è il nuovo fascismo.
5) Vedi il punto 2
6) Il problema che io ho sollevato non è che “gli storici non prendono i libri di storia per oro colato”, ma che “l’uomo comune prende i film e i romanzi per oro storico colato”. e quasi i partecipanti al mio linciaggio si sono dimostrati pronti a coprire di insulti una persona che non conoscono, non solo non capendo cosa ha detto, ma opponendogli il fatto che “noi sappiamo che le cose sono andate così”: cioè, appunto come hanno imparato da film e romanzi.
7) Non si tratta di anteporre o preferire un tipo di verità a un’altro. ma di capire che il fatto che “la somma degli angoli interni di un triangolo è 180 gradi”, per un matematico (e sulla base della geometria euclidea, ovviamente) ha un ben altro valore probatorio di quanto ne abbia”napoleone è morto a sant’elena” per uno storico.
La “scandalosa” distinzione è una banalità filosofica, analoga a quella tra “verità di ragione” e “verità di fatto” di leibniz. ma la maggior parte degli spettatori dei film e dei lettori di romanzi non ha idea di cosa stiamo parlando, e questo era appunto ciò che volevo sottolineare, in una discussione che era nata osservando i neonazisti fare il saluto alla bara di priebke, e i neoantinazisti prendere a calci il suo carro funebre.
Era la reazione di sorpresa di un razionalista di fronte a un delirio collettivo, di cui il linciaggio di cui sono stato oggetto è stata la naturale prosecuzione. in un mondo di matti, una persona sana di mente appare ovviamente come un pericoloso criminale degno della gogna mediatica.
Grazie per l’ospitalità, e buon lavoro!

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