CONTRO TUTTI I GUERRAFONDAI
Sul giornale dei Vescovi italiani Avvenire d'oggi, 26 aprile 2022, è stato pubblicato un importante editoriale di Mauro Magatti che, secondo me, farà discutere tanto.
L'articolo s'intitola Il totalitarismo della guerra e prende le mosse dall'immagine di V. Putin in chiesa a Mosca, col cero in mano, durante la celebrazione della Pasqua Ortodossa. L'editorialista, da un lato, sostiene che “la benedizione della Chiesa ortodossa rafforza il consenso interno del leader russo”, dall'altro, si domanda: “ se di fronte ai massacri più disumani” una Chiesa “che si dichiara fondata sul Vangelo” rimane muta “che senso ha?”.
Osserviamo en passant che questa domanda dovrebbero porsela, innanzitutto, i padri della Chiesa Cattolica che storicamente hanno benedetto le Crociate e tutte le guerre del passato remoto e recente. E, per evitare che con la memoria si vada troppo indietro nel tempo, mi limito a ricordare il processo subito nella metà degli anni 60 del secolo scorso da Don Milani per aver criticato i cappellani militari ed elogiato l'obiezione di coscienza.
Ma procediamo nella disamina dell' interessante articolo:
“La guerra è un pensiero totalitario. Avendo a che fare con la vita e la morte , con la vittoria e la sconfitta, essa chiude lo sguardo, escludendo sistematicamente intere parti della realtà. La logica bellica non ammette obiezioni, subito bollate come tradimenti, né dubbi, subito interpretati come diserzione” . Quando si assume il punto di vista della logica bellica l'intera realtà “è attirata in una sorta di buco nero: tutto deve essere focalizzato all'obiettivo, al punto di giustificare ogni specie di crudeltà e distruzione. Alimentandosi dello schema binario amico-nemico, buono-cattivo, la guerra ridisegna un mondo senza sfumature, dove non c'è più alcuna possibilità di intesa. E dove perciò l'unica via d'uscita sembra che sia la vittoria del più forte. Benedire la guerra equivale a chiudere anche l'ultima possibilità di mettere in circolo una logica diversa.”( i grassetti sono miei)
A questo punto l'autore dell'articolo fa una importante autocritica:
“Non a caso, come insegna la storia, i disastri peggiori si realizzano proprio quando religione (o il suo surrogato, costituito dall'ideologia) e politica si fondono insieme. Nell'illusione, in cui troppo spesso cadono i religiosi, di trarre qualche beneficio per la fede dal concedere il proprio sostegno a chi comanda sulla terra”.
E' una tentazione questa, insiste l'editorialista, che ritorna di continuo anche oggi: “non solo nella Chiesa Ortodossa, ma anche nel mondo islamico e in quello induista. E che è presente anche in Occidente. Tanto in quei leader che utilizzano in modo strumentale i simboli religiosi per sostenere le proprie posizioni, quanto in coloro che in queste settimane si stracciano le vesti perché ritengono che il Papa debba assumere una posizione più netta a sostegno dell'Ucraina contro la Russia”.
Questo passo merita un elogio particolare perché, oltre a confermare il fatto scandaloso che tanti uomini di potere e giornalisti pro-NATO hanno tentato di tirare il buon Francesco dalla loro parte, viene ribadito un principio contraddetto mille volte nel corso della storia: “ Nella sua autonomia, il piano religioso costituisce il terreno specifico in cui è possibile un dialogo che non si riduce alla contrapposizione di interessi, politici ed economici, che si nascondono dietro ogni guerra” . (fv)
I grassetti, insieme alle osservazioni critiche, sono mie. (fv)
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