Benedetto silenzio
Benedetto silenzio che viene
da voce di buio
lenzuolo su noi immobili
aperti come legni
voce di ascia sulle cortecce tese
sprofondati nei cerchi degli anni
i tamburi lasciati sul filo del respiro
non corda non in alto
ma indietro
nel crudo
nel chiasma nell’alburno
Benedetto silenzio sospinto
da voce di luce
aperti di colpo al pieno giorno
di un più scoperchiato aprile
Ora scegliamo la scena tra le lamine
tra lame ci spostiamo.
Di colpo saremo quegli anni
il respiro che avevano, di villa
belvedere ignorante di nulla.
Le giacche sulle spalle
leggere sotto l’albero di Giuda
tu ti eri fatto passo di schiarita, pasqua altissima
io ti ho posato un bacio
sulla guancia
PATRIZIA SARDISCO
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