Rilke tradotto da Ulderico Pomarici:
bellezza su bellezza. (ab)
[...]
Poi, dopo aver tanto appreso
guarderò semplicemente gli animali,
perché un po' della loro agilità
mi giunga fin nelle membra; una breve esistenza
avrò nei loro occhi, che mi tengano
e poi lentamente m'abbandonino, quieti, senza giudizio.
Mi farò dire dai giardinieri i tanti fiori
perché nei frammenti dei bei nomi
porti con me un po' dei cento profumi.
E frutti comprerò, frutti
per ritrovare ancora una volta quella terra, fino al cielo.
Perché questo avevi compreso: i frutti pieni.
Li ponevi su vassoi, dinanzi a te
e ne ridavi coi colori la gravezza.
E come frutti vedesti anche le donne
e i bambini, dall'interno spinti
nelle forme della loro esistenza.
Te stessa, infine, vedesti come un frutto;
uscisti dai tuoi abiti, ti portasti
innanzi allo specchio, e vi entrasti;
solo il tuo sguardo vi restò, grande, dinanzi
e non diceva questo son io, ma: questo è.
[...]
Da "Requiem per un'amica", Rainer Maria Rilke
in "Le api dell'invisibile - i quattro requiem e altre poesie 1897-1926", traduzione e cura di Ulderico Pomarici
arte'm - Editrice Politecnica Napoli
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