Pasolini aveva ragione di considerare "CORTIGIANI" la maggior parte degli intellettuali italiani. D'altra parte la storia gli dava ragione. Francesco De Sanctis nella sua celebre Storia della letteratura italiana - opera più nota che conosciuta, tant'è che non si legge più neppure a scuola! - l'aveva ampiamente dimostrato. Pasolini è stato ancor più radicale del De Sanctis, tant'è che, dopo averlo sempre detto in forme diverse in tutte le sue opere, un mese prima di essere tolto dalla circolazione ribadiva: "Gli intellettuali italiani sono sempre stati cortigiani; sono sempre vissuti dentro il Palazzo".
Dire la verità, si sa, fa male! Anche per questo Pasolini non è stato amato dalla maggior parte degli intellettuali italiani che hanno sempre preferito allisciari u pilu ai potenti di turno!
Uno dei pochi che l'ha sostenuto fino alla fine è stato Leonardo Sciascia. D'altra parte lo scrittore siciliano, fin dai suoi primi libri, si è sempre schierato dalla parte degli ultimi contro ogni forma di potere. Uno dei leit motiv della sua opera è la denuncia delle imposture delle classi dominanti che, spesso, usano anche il servilismo di archivisti e storici, per giustificare e rendere legittimo il loro dominio.
Una delle ragioni per cui le classi dominanti oggi si sentono in una botte di ferro - malgrado il disastro finanziario pubblico e il sistema politico a pezzi - è dovuto anche al fatto che non si sentono più voci forti come quelle di Pasolini e Sciascia. (fv)
Sottoscrivo: oggi più che mai, tra tanti chierici servili e conformisti, Pasolini e Sciascia ci mancano tantissimo."Mi domando che madri avete avuto..."
RispondiEliminaNino Cangemi