Evtusenko è un pazzo,
è un clown,
così dicono fra i denti.
Vieni Evtusenko,
andiamo a non conversare,
abbiamo già parlato di tutto
prima di venire a questo mondo,
e nella tua poesia ci sono
raggi di luna nuova,
petali elettronici,
locomotive,
lacrime,
e ogni tanto hop!
in alto! in basso!
le tue capriole, le tue ardite
acrobazie.
E perché non un pagliaccio?
Ci mancano nel mondo
Napoleone, un clown delle battaglie,
(perduto più tardi nella neve),
Picasso, clown del cosmo,
che balla sull’altare dei miracoli,
e Colombo, quel triste pagliaccio
che prostrato su tutte le piste,
ci scoprì secoli fa.
Il poeta soltanto non vogliono
lasciarlo,
vogliono rubargli la capriola,
vogliono togliergli il suo salto
mortale.
Io lo difendo
contro i nuovi filistei.
Avanti, Evtusenko,
mostriamo nel circo
la nostra bravura e la nostra
tristezza,
la nostra allegria di giocare con la
luce
perché la verità risplenda
fra le ombre,
hurrah!
entriamo adesso,
fate buio in sala e con un riflettore
illuminateci i volti
perché possiate vedere così
due allegri uccelli
disposti a piangere con tutti.
Da Elegia dell'assenza –
Traduzione
di Ignazio Delogu, Editori Riuniti, 1973
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