Ho
riletto il terzo volume dei Taccuini di Camus (traduzione di Ettore Capriolo) e mi sono
accorto che – in questa nuova lettura che segue di diversi anni quella
precedente – mi hanno colpito altri brani che prima non avevo notato. Ne
ricopio alcuni. (A. Moresco.)
Pubblicato il 26 settembre da A. Moresco su http://www.ilprimoamore.com/blog/
“Accettare
l’esistente è un segno di forza? No, implica infatti la sottomissione. Lo è
invece l’accettare ciò che è stato. Nel presente, la lotta.”
“Restano un essere
unico coloro che, nel momento voluto dalle loro stesse forze, scelgono la
separazione.” Hölderlin, La morte di Empedocle
“Qualsiasi cosa
affermi, il secolo è alla ricerca di un’aristocrazia. Ma non s’accorge che per
averla gli tocca rinunciare all’obiettivo che apertamente si prefigge: il
benessere. Non esiste aristocrazia che non sia del sacrificio. L’aristocratico
è prima di tutto colui che dà senza riserve, che rende servizio.”
“Che cosa aggiunge
l’amore al desiderio? Qualcosa di inestimabile: l’amicizia.”
“Nel profondo di
me stesso, la solitudine spagnola. L’uomo non ne esce che per qualche istante,
poi fa ritorno alla propria isola. In seguito (a partire dal 1939) ho cercato
di mettermi in pari, ho ripercorso tutte le tappe dell’epoca. Oggi non ce la
faccio più – e la mia solitudine trabocca di ombre e di opere che appartengono
soltanto a me.”
“Se dovessi morire
stasera, morirei con una sensazione orrenda, che mi era ignota e che tuttavia
stasera mi fa soffrire. La sensazione che io abbia aiutato e aiuti tuttora
molte persone – e che nessuno venga in aiuto a me.”
“Secondo Melville,
i remoras, pesci dei mari del Sud, nuotano male. E’ per questo motivo
che la loro unica possibilità di procedere consiste nell’aggrapparsi al dorso
di un grosso pesce. Immergono una specie di tubo nello stomaco di uno squalo,
pompano da esso il loro nutrimento e si propagano senza far nulla, vivendo
della caccia e degli sforzi della fiera. Sono gli usi parigini.”
“Tutti e tutte
addosso a me, per distruggermi, reclamando senza sosta la propria parte e senza
mai, assolutamente mai, tendermi la mano, venirmi in aiuto, amarmi insomma per
ciò che sono e perché rimanga ciò che sono. Considerano illimitate le mie
energie e pensano che dovrei distribuirle tra loro e farli vivere. Ma io ho
investito tutte le mie forze nella passione estenuante del creare e per il
resto sono il più disarmato e il più bisognoso degli uomini.”
“Chi testimonierà
per noi? Le nostre opere. Ahimé! Chi allora? Nessuno, nessuno tranne quei
nostri amici che ci hanno visto in quell’attimo del dono in cui il cuore si
consacra interamente a un altro. Insomma, quelli che ci amano.”
“Ogni società, e
la letteratura in particolare, tendono a far vergognare i propri membri delle
loro virtù estreme.”
Tolstoj, dopo la
morte del fratello: “E ho imparato in trentadue anni di esperienza che la
nostra situazione è davvero spaventosa… Arrivato al più alto grado di sviluppo,
l’uomo si rende conto con estrema chiarezza che ogni cosa non è che menzogna e
stupidità e che la verità, che lui ama più di tutto, è terribile.”
“La sola forma di
aristocrazia è il popolo. Tra i due c’è il nulla. Questo nulla, che è la
borghesia, cerca da 150 anni di dare una forma al mondo e ottiene soltanto un
niente, un caos che ancora sopravvive solo per le sue antiche radici.”
“Ogni società si
fonda sull’aristocrazia, perché essa, se è tale, è esigenza nei confronti di se
stessa, e senza questa esigenza ogni società muore.”
“Questo mondo si
agita tanto, come un verme tagliato a metà, solo perché ha perduto la testa.
Cerca i suoi aristocratici.”
“La democrazia non
è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza.”
“Dante ammette che
alcuni angeli siano rimasti neutrali nella disputa tra Satana e Dio. Li mette
nel vestibolo del suo Inferno (…quel cattivo coro/ degli angeli che non furon
ribelli/ né fur fedeli a Dio, ma per sé foro./ Caccianli i ciel per non esser
men belli,/ né lo profondo inferno li riceve,/ che alcuna gloria i rei avrebber
d’elli.).
“Le opere più
grandi di tutto il mondo, pur parlando delle cose più diverse, ci raccontano di
fatto la loro nascita.”
“I pesci volanti
si costruiscono il nido negli abissi per proteggere le loro uova.”
“I calamari delle
profondità, contrariamente a quelli di superficie che secernono una specie
d’inchiostro, emettono una nube luminosa. E in questa luce si nascondono.”
“Le fiamme del
ghiaccio coronano i giorni; dormi nell’immobile incendio.”
Ritorno. Kairouan.
La tempesta. Impulso irresistibile di gettarmi in acqua. La solitudine e
l’abbandono dell’uomo solo nei flutti scatenati dietro la nave che prosegue la
sua rotta.”
ALBERT CAMUS
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