“Amore mio”. Meu amor.Ripetere queste due parole
per dieci pagine, scriverle ininterrottamente, senza sosta, senza spazi
bianchi, prima lentamente, lettera dopo lettera, disegnando le tre colline
della M manoscritta, l’anello tenue della E simile a braccia che riposano, il
letto profondo di un fiume che si scava nella U, e poi lo sgomento o il grido
della A sulle onde del mare, eccole, dell’altra M, e la O che non può essere se
non quest’unico nostro sole, e infine la R divenuta casa, o tetto, o
baldacchino.
E subito dopo trasformare questo lento disegno in un unico filo tremolante, la traccia di un sismografo, perché le membra rabbrividiscono e si turbano, il mare bianco della pagina, una distesa di luce o un lenzuolo levigato.
“Meu amor, “amore mio”hai detto, e l’ho detto anch’io, spalancandoti la mia porta, e tu sei entrata. Tenevi gli occhi bene aperti venendomi incontro, per vedermi meglio o più di me, e hai posato la borsa per terra. E, prima che ti baciassi, per poterlo dire serenamente, hai detto: “Stanotte rimango con te”.
Da Josè Saramago, Manuale di lettura e calligrafia, Feltrinelli Editore
E subito dopo trasformare questo lento disegno in un unico filo tremolante, la traccia di un sismografo, perché le membra rabbrividiscono e si turbano, il mare bianco della pagina, una distesa di luce o un lenzuolo levigato.
“Meu amor, “amore mio”hai detto, e l’ho detto anch’io, spalancandoti la mia porta, e tu sei entrata. Tenevi gli occhi bene aperti venendomi incontro, per vedermi meglio o più di me, e hai posato la borsa per terra. E, prima che ti baciassi, per poterlo dire serenamente, hai detto: “Stanotte rimango con te”.
Da Josè Saramago, Manuale di lettura e calligrafia, Feltrinelli Editore
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