frida kahlo fotografata da toni frissell
Sensazione sgradevole quella dell’abbandono che può colpire tutti, giovani, bambini, anziani, ricchi poveri, belli brutti...
Parte da una cattiva percezione di se stessi, anzi è una vera e propria mancanza di autostima ma non è mia intenzione addentrarmi nelle ragioni psicologiche che possono condurre a ciò ma negli effetti che questo crea anche perché le ragioni non sono sempre così gravi e riconducibili a condizioni patologiche.
Ricordo la prima volta che vissi una situazione simile. Mi ero legata da poco a un ragazzo ma più che amore era condivisione d’interessi e una sorta di fascinazione da parte mia per i suoi tanti viaggi e una specie di libertà che a quei tempi mi era preclusa.
Quando, dopo una permanenza a Parigi, mi disse che si era innamorato di un’incantevole parigina, provai un dolore sordo, più che per l’amore tradito per la sensazione di rifiuto che a me risultava inaccettabile. So che lo tempestai per una serata intera di patetiche e umilianti richieste di spiegazioni. Passai una notte infernale ma già al mattino, il mio umore, il mio amor proprio ebbero la meglio sull’orgoglio ferito e nel giro di qualche settimana già mi guardavo dal di fuori sorridendo delle mie fragilità, considerandole comunque un elemento arricchente del mio carattere.
Il rifiuto, e la nostra vita è costellata di rifiuti e frustrazioni, non può mai essere vissuto come un attacco all’immagine che abbiamo di noi stessi, semmai servono a rafforzarla e a farci sentire splendidi nella nostra imperfetta perfezione.
Frida Kahlo
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