La Sagrada famìlia, Barcelona
Giugno 1926. La morte di Gaudì
Salvatore Lo Leggio
Il grande architetto
catalano Antoni Gaudì, uomo solitario e profondamente religioso,
negli ultimi anni della vita si dedicò esclusivamente ai lavori
della Sagrada Familia, a Barcellona. Abitava in un modesto locale
all'interno del cantiere. Il 7 giugno 1926 fu investito da un tram e
i soccorritori non lo riconobbero. Vedendo i suoi abiti dimessi lo
portarono all'ospedale della Santa Croce, un ospizio per i
mendicanti. Solo il giorno dopo un diacono della cattedrale e uno
degli architetti che con lui collaboravano lo riconobbero e gli
proposero il trasferimento in una lussuosa clinica. Rifiutò
gentilmente la proposta. Gaudí desiderava morire tra la gente semplice e pensava
solo a prepararsi al meglio per l’imminente incontro con Dio,
l’unico architetto che riteneva suo superiore.
Morì il 10 giugno del
1926.
Il 12 giugno vennero
celebrati i funerali: tutta la città scese in strada per rendere
l’ultimo omaggio a quello che venne riconosciuto da tutti come
“l’interprete del popolo catalano”. Gaudí fu imbalsamato,
vestito da monaco e gli fu posto un rosario nella mano sinistra.
Venne sepolto nella
cripta della Sagrada Família. Sul volto una maschera
mortuaria gli donava una serenità e una pace che non ebbe mai
in vita.
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