Da https://rebstein.wordpress.com/ riprendo questo interessante articolo:
Horcynus Orca in tedesco
Dal 19 febbraio 2015, a quarant’anni
dalla sua pubblicazione in lingua originale (Milano, Mondadori, 1975),
campeggia nelle librerie tedesche, stampato dall’editore Fischer, il
monumentale romanzo di Stefano D’Arrigo Horcynus Orca, romanzo tra i maggiori della letteratura novecentesca.
Quasi dimenticato in un’Italia che legge
poco e, se e quando legge, preferisce letture facili e veloci, il libro
di D’Arrigo – fonte di poesia per una ristretta cerchia di lettori
‘forti’ – è stato a lungo considerato scoraggiante se non addirittura
disperante per chiunque avesse voluto tentare l’impresa di ‘traghettare’
l’opera verso le sponde di un’altra lingua. Con le sue innumerevoli
innovazioni, locuzioni gergo-dialettali, creazioni, rivisitazioni e
reinvenzioni lessicali, suggestioni onomatopeiche, periodi ondeggianti e
spesso baroccamente dilatati, Horcynus Orca presentava ostacoli insormontabili: appariva, insomma, un’opera intraducibile.
Ma ora, grazie alla competenza e
all’impegno tenace di Moshe Kahn (che a questo lavoro immane ha dedicato
molti anni), l’epopea darrighiana è approdata in Germania. Approdo
quanto mai felice e acclamato, stando alle prime reazioni sia della
critica, sia del pubblico tedesco: dove, per fortuna, non manca una
cospicua fascia di lettori esigenti, non appiattiti sui fin troppo
diffusi bestseller di turno. Per loro, il romanzo di D’Arrigo ha
significato la gioiosa scoperta di una meraviglia diventata finalmente
accessibile. E, se l’accoglienza calorosa, anzi entusiastica di Horcynus in terra germanofona – nemo propheta in patria
– rende, sia pure parzialmente, una tardiva giustizia all’unicità di
questo capolavoro, il merito va senz’altro a chi ha avuto il coraggio,
la costanza e l’amore di tradurlo…: sfidando tutti gli ostacoli dello Scill’e Cariddi letterario.
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