30 novembre 2018

AUTORITRATTO CRITICO DI EZIO SPATARO


Religiosità e Pitittu in Ezio Spataro


Ezio Spataro, nasce a Palermo nel novembre del 1974 presso l'ospedale dei bambini. La sua avventura poetica inizia in tenera età quando la maestra della scuola elementare chiedeva ai propri alunni di cimentarsi nella produzione di poesie o pensieri poetici da dedicare ai genitori in occasione della festa della mamma e del papà. La rima "cuore-amore" fa breccia nella sua vita all'età di appena 8 anni, dopodichè si registra un silenzio poetico di circa 15 anni.

All'età di circa 23 anni Ezio Spataro viene a conoscenza della poesia francese maledetta riconducibile a poeti come Baudelaire, Rimbaud e Verlaine. Il salto è diretto, dal cuore-amore dell'infanzia si passa al binomio cuore-dolore del decadentismo. E' un periodo di profanda depressione che porterà il poeta a chiudersi a riccio su questo genere poetico e che lo vedrà cimentarsi in poesie dallo stile maledetto e all'emulazione dei poeti suddetti. Per uscire dal tunnel lo Spataro inizia a frequentare gruppi religiosi e relativi incontri spirituali. Cerca in tutti i modi di rafforzare la sua fede per trovare un barlume di speranza che gli consenta di uscire da quel vicolo cieco che stava imboccando. Da allora passeranno più di 5 anni di silenzio poetico, fino all'età di 30 anni, l'età della svolta. 

Esattamente nell'estate del 2005 lo Spataro, frequentatore dell'agorà marinese inizierà a cimentarsi in piccoli bozzetti poetici da dedicare a vari personaggi del suo paese : amici, conoscenti, frequentatori dei bar. Incoraggiato dall'entusiasmo e il divertimento degli amici viene spronato a scrivere una quantità sempre maggiore di questi bozzetti. La sera quando si reca al bar D'Amore diversi giovani gli chiedono che vengano declamate le poesie e vogliono scritto il bozzetto personalmente.

Ma il divertimento dura poco; nel 2006 il poeta si trasferisce a Milano per lavorare in un'azienda e quindi inizia la sua esperienza da emigrato. Iniziano per lui anni difficili e impegnativi in cui non c'è il tempo nè la testa per pensare alle poesie. Si trova in una nuova dimensione a lui estranea, a tratti complicata. Soltanto dopo circa due anni di ambientazione il poeta inizia a riprendere i contatti coi vecchi amici marinesi, i quali lo incoraggiano a continuare a scrivere anche da emigrato. Preso dalla nostalgia il poeta riprende a scrivere, usando quel dialetto siciliano che ormai non usava quasi più, ritrovandosi in un contesto sociale cosi diverso e distante da quello dal quale proveniva.

Inizia a produrre nuove poesie a ritmo quasi industriale, la maggior parte in dialetto. Molti dei temi trattati riguardano l'agricoltura, la campagna, la vita di paese, la natura. La quantità di poesie aumenta ed il poeta decide di raccoglierle e pubblicare dei librettini da diffondere gratuitamente ai propri paesani in occasione delle ferie estive, quando il poeta usualmente rientrava a Marineo per stare con la madre, allora ancora in vita.

Nel 2010 apre il blog di poesia "Percorsi Poetici a Brannu", una sorta di diario digitale dove il poeta raccoglie tutte le sue poesie. Pochi anni fa lo stesso blog cambiava nome in "Cava dei Poeti". Il blog non è molto pubblicizzato ma fortunatamente altri bloggers più quotati useranno il proprio blog per pubblicizzare le poesie dello Spataro e colmare quel pititto digitale che il blog Cava dei Poeti per forza di cose da sempre registra. Come è noto, infatti la poesia da sola è argomento di nicchia e per alcuni anche di "minchia", per cui sarebbe stato impossibile per il poeta diffondere la sua produzione poetica su più vasta scala senza l'ausilio di altri bloggers.

Più volte gli è stato chiesto se ha intenzione di pubblicare un libro, ma il poeta ha risposto che perora le poesie se le conserva nei cassetti anche a costo di riempirli. Non ha mai ricevuto premi, in verità non si è nemmeno candidato tranne qualche volta in occasione del premio di poesia che si celebra al suo paese. Il suo premio preferito, come quello di ogni poeta che si rispetti, è sapere che qualcuno si sofferma a leggere le sue poesie. Questa dimensione francescana di pitittu ben si sposa con le sue passate esperienze religiose in cui il poeta ha appreso che la lode degli uomini ubriaca più del vino. E non vorrebbe il poeta essere iconizzato con il fiaschetto di vino dietro le spalle mentre scrive le poesie, divenendo vittima di correzioni fraterne.

Ezio Spataro,  Milano 28 novembre 2018

Pezzo ripreso da http://cavadeipoeti.blogspot.com/

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