Religiosità e Pitittu in Ezio Spataro
Ezio Spataro, nasce a Palermo nel
novembre del 1974 presso l'ospedale dei bambini. La sua avventura
poetica inizia in tenera età quando la maestra della scuola elementare
chiedeva ai propri alunni di cimentarsi nella produzione di poesie o
pensieri poetici da dedicare ai genitori in occasione della festa della
mamma e del papà. La rima "cuore-amore" fa breccia nella sua vita
all'età di appena 8 anni, dopodichè si registra un silenzio poetico di
circa 15 anni.
All'età di circa 23 anni Ezio Spataro
viene a conoscenza della poesia francese maledetta riconducibile a poeti
come Baudelaire, Rimbaud e Verlaine. Il salto è diretto, dal
cuore-amore dell'infanzia si passa al binomio cuore-dolore del
decadentismo. E' un periodo di profanda depressione che porterà il poeta
a chiudersi a riccio su questo genere poetico e che lo vedrà cimentarsi
in poesie dallo stile maledetto e all'emulazione dei poeti suddetti.
Per uscire dal tunnel lo Spataro inizia a frequentare gruppi religiosi e
relativi incontri spirituali. Cerca in tutti i modi di rafforzare la
sua fede per trovare un barlume di speranza che gli consenta di uscire
da quel vicolo cieco che stava imboccando. Da allora passeranno più di 5
anni di silenzio poetico, fino all'età di 30 anni, l'età della svolta.
Esattamente nell'estate del 2005 lo
Spataro, frequentatore dell'agorà marinese inizierà a cimentarsi in
piccoli bozzetti poetici da dedicare a vari personaggi del suo paese :
amici, conoscenti, frequentatori dei bar. Incoraggiato dall'entusiasmo e
il divertimento degli amici viene spronato a scrivere una quantità
sempre maggiore di questi bozzetti. La sera quando si reca al bar
D'Amore diversi giovani gli chiedono che vengano declamate le poesie e
vogliono scritto il bozzetto personalmente.
Ma il divertimento dura poco; nel 2006
il poeta si trasferisce a Milano per lavorare in un'azienda e quindi
inizia la sua esperienza da emigrato. Iniziano per lui anni difficili e
impegnativi in cui non c'è il tempo nè la testa per pensare alle poesie.
Si trova in una nuova dimensione a lui estranea, a tratti complicata.
Soltanto dopo circa due anni di ambientazione il poeta inizia a
riprendere i contatti coi vecchi amici marinesi, i quali lo incoraggiano
a continuare a scrivere anche da emigrato. Preso dalla nostalgia il
poeta riprende a scrivere, usando quel dialetto siciliano che ormai non
usava quasi più, ritrovandosi in un contesto sociale cosi diverso e
distante da quello dal quale proveniva.
Inizia a produrre nuove poesie a ritmo
quasi industriale, la maggior parte in dialetto. Molti dei temi trattati
riguardano l'agricoltura, la campagna, la vita di paese, la natura. La
quantità di poesie aumenta ed il poeta decide di raccoglierle e
pubblicare dei librettini da diffondere gratuitamente ai propri paesani
in occasione delle ferie estive, quando il poeta usualmente rientrava a
Marineo per stare con la madre, allora ancora in vita.
Nel 2010 apre il blog di poesia
"Percorsi Poetici a Brannu", una sorta di diario digitale dove il poeta
raccoglie tutte le sue poesie. Pochi anni fa lo stesso blog cambiava
nome in "Cava dei Poeti". Il blog non è molto pubblicizzato ma
fortunatamente altri bloggers più quotati useranno il proprio blog per
pubblicizzare le poesie dello Spataro e colmare quel pititto digitale
che il blog Cava dei Poeti per forza di cose da sempre registra. Come è
noto, infatti la poesia da sola è argomento di nicchia e per alcuni
anche di "minchia", per cui sarebbe stato impossibile per il poeta
diffondere la sua produzione poetica su più vasta scala senza l'ausilio
di altri bloggers.
Più volte gli è stato chiesto se ha
intenzione di pubblicare un libro, ma il poeta ha risposto che perora le
poesie se le conserva nei cassetti anche a costo di riempirli. Non ha
mai ricevuto premi, in verità non si è nemmeno candidato tranne qualche
volta in occasione del premio di poesia che si celebra al suo paese. Il
suo premio preferito, come quello di ogni poeta che si rispetti, è
sapere che qualcuno si sofferma a leggere le sue poesie. Questa
dimensione francescana di pitittu ben si sposa con le sue passate
esperienze religiose in cui il poeta ha appreso che la lode degli uomini
ubriaca più del vino. E non vorrebbe il poeta essere iconizzato con il
fiaschetto di vino dietro le spalle mentre scrive le poesie, divenendo
vittima di correzioni fraterne.
Ezio Spataro, Milano 28 novembre 2018
Pezzo ripreso da http://cavadeipoeti.blogspot.com/
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