17 novembre 2018

MARIA ALLO, L' ironia da Socrate a Pessoa



       Nella realtà di oggi non esiste una via di mezzo, ovvero la costante ricerca in ogni situazione dell’aurea mediocritas, uno dei cardini della poetica e dell’ideale di vita di Orazio, quella saggezza sempre un po’ scornata, intrisa di precarietà e casualità che solo la saggezza può volgere al positivo. Il concetto non è per nulla originale e ha origini antiche. Sul frontone del tempio di Delfi, uno dei luoghi più importanti della spiritualità greca, era inciso, come riferisce Platone , il motto Μηδὲν ἄγαν, nulla in modo eccessivo, attribuito da Aristotele a Chilone, uno dei sei sette sapienti. ll saggio è cautus, valuta attentamente i pericoli ai quali va incontro, bada a una sicurezza che protegga anche la sua dignità di uomo. In questa nostra società piena di forti contrapposizioni l'ironia può venirci in soccorso, è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza dice Kierkegaard.
Eloquenti e folgoranti, a questo proposito giungono le parole di Bernardo Soares nel frammento 147 tratto da “Il libro dell’inquietudine “ di Fernando Pessoa:
“L’ironia è il primo indizio del fatto che la coscienza è diventata cosciente. E l’ironia attraversa due stadi: lo stadio indicato da Socrate quando disse: “So di non sapere”, e lo stadio indicato da Sanches quando disse: “Non so di sapere”. Il primo passo arriva a quel punto in cui dubitiamo di noi stessi dogmaticamente e ogni uomo superiore lo compie e vi riesce. Il secondo passo arriva a quel punto in cui dubitiamo di noi stessi e del nostro dubbio, e pochi uomini l’hanno conseguito nel breve eppure già così lungo arco di tempo in cui, come umanità, abbiamo visto il sole e la notte sulla variata superficie della terra.”


Maria Allo

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