27 novembre 2018

UN' ALTRA STORIA DI MARINEO




COMUNICATO STAMPA
 
Domenica prossima alle ore 17.00 al castello Beccadelli di Marineo sarà presentato il nuovo libro di Antonino Trentacosti“ Le due Marineo” edito dalla Nuova Ipsa di Palermo.
Il volume mette in luce la facies dei due insediamenti che sono sorti nel territorio marinese, il primo ad iniziare dal periodo protostorico sulla collina archeologica della Montagnola, il secondo a partire dal 1549 quando Francesco Beccadelli di Bologna ebbe la “ licentiapopulandi “ nel territorio di “Marineu”.
L’autore si sofferma con dovizia di particolari su tutta la vallata del fiume Eleuterio mettendo in evidenza la viabilità romana e quella successiva fino ai giorni nostri compresa la ferrovia a scartamento ridotto che portava sino all’abitato di Burgio.
In particolare lo studioso mette in rilievo sia i manufatti in ceramica realizzati nella fucina della Montagnola che quelli ritrovati nelle varie necropoli della valle. Riguardo al primo insediamento si riportano notizie sulla cava da cui fu prelevato il materiale per le costruzioni sulla montagnola ed i motivi per cui l’insediamento venne abbandonato . Notevole è lo spazio che viene dato dal Trentacosti per le scoperte dell’insediamento ellenistico - romano di Sant’Agata al confine tra Marineo e Piana degli Albanesi .
Per quanto riguarda la nuova Marineo lo studioso pone in evidenza la documentazione storica sulla nascita del marchesato Beccadelli Bologna con la particolare ricerca sull’origine dello stemma di Marineo e della famiglia Beccadelli.
È stata fatta un indagine accurata sulla realtà urbanistica dell’abitato, lo sviluppo dei vari quartieri con l’analisi dettagliata dei documenti, delle Chiese di Marineo e del Convento di S. Maria della Dajna che fu sostenuto in origine dai “romiti dello Scanzano”.
Inoltre sono tante le novità emerse sulla chiesa madre di Marineo dopo lo studio effettuato sull’architettura della stessa e sulle modifiche fatte nella prima del 1800.
Il volume è corredato non solo dalle fonti di archivio ma anche da numerose foto che rivelano l’evoluzione dell’abitato.

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