Mari Albanese riscrive con gradevole leggerezza la storia di un amore semiclandestino del viceré Marcantonio Colonna che Leonardo Sciascia aveva già raccontato in Il mare colore del vino, delizioso libretto tanto amato dal poeta Pino Battaglia. (fv)
La fontana dell’amore proibito, quando a Palermo le
corna diventavano arte
C’era una volta il vicerè di Sicilia Marco Antonio Colonna e
sua moglie donna Felice Orsini. Siamo sul finire del 1500, quando il Duca di
Tagliacozzo fece costruire a Palermo la splendida “passeggiata della Marina”
che nel tempo avrebbe preso diversi nomi per giungere fino a noi con quello più
noto di Foro Italico. Per l’occasione fece creare una fontana dal Gagini, oggi
andata perduta, che al di là del suo valore artistico ci narra il suo più
grande amore. La fontana donata alla città in realtà era la sua personale
dichiarazione d’amore per la bella Eufrosina Siracusa. Una giovane e sensuale
aristocratica maritata con Calcedonio Corbera.
La Baronessa del Miserendino venne ritratta come una sirena
dai seni turgidi dai quali l’acqua della fontana sgorgava sensuale ed
ammaliante, circondata da mostri marini abbracciati da puttini.
Il vicerè si era perdutamente innamorato della giovane donna
e pur di vivere con lei gli incontri fugaci e appassionati che si addicono agli
amanti, aveva adibito le stanze sopra Porta Nuova ad alcova e fatto fuori,
letteralmente, il marito di Eufrosina. Inviato in viaggio a Malta dal Colonna
in persona, Calcedonio fu ritrovato morto, sfigurato da diverse pugnalate. Dopo
un breve periodo di lutto la Baronessa e il vicerè smisero di nascondere il
loro amore alla città e alla tollerante Felice Orsini che, da donna elegante e
aristocratica quale era, prese a chiudere entrambi gli occhi anche quando le
capitava di incontrare la giovane tra le lenzuola vicereali. E tal proposito
tante sono le storielle che si intrecciano e i racconti più o meno piccanti. I
“cronisti” dell’epoca raccontano ad esempio che una notte donna Felice entrata
nella camera da letto del marito capì subito che l’amante si era nascosta
semi-nuda sul balcone lasciando le sue pantofole però ai piedi del letto.
Rivolgendosi al marito disse: “Che deliziose ciabatte, sono per me?” e poi
dirigendosi verso il balcone salvò la poverina infreddolita facendola
gentilmente accompagnare a casa. Marco Antonio e Cleopatra, qualcuno li
avvicinò a quell’amore folle e fuori dalle regole.
La fontana della Sirena rimase al Foro Italico fino al 1820
e successivamente trasferita a Piazza Indipendenza dove, nel 1848, subì la
furia distruttrice della violenza rivoluzionaria. Al posto della
fontana fu eretto l’attuale lungo obelisco a punta che ricorda ai posteri
l’evento rivoluzionario che infiammò la Sicilia e l’Europa intera.
Della bella Eufrosina, le cui forme sensuali in candido
marmo erano state rese immortali dal suo amante, si perse così ogni traccia. Ma
un’altra sontuosa opera la celebra, se pur di riflesso. Stiamo parlando di
Porta Felice che rappresenta l’ingresso alla città dal lato mare e che guarda
Porta Nuova strizzandogli gli occhi da lontano. I lavori iniziarono proprio
grazie al volere di Marco Antonio Colonna e la porta fu dedicata alla
tollerante viceregina Felice Orsini.
La struttura particolare di Porta Felice che manca dell’arco
superiore, ha dato vita a diverse ipotesi e dicerie. Le corna della luna non
potevano non far pensare a quelle di donna Felice, il quale marito aveva
preferito le giovani curve della Baronessa del Miserendino, ma i palermitani
sono barocchi ed eccessivi e di corna ne hanno visto anche di altre…
Resta il fatto che i tradimenti in passato generavano arte.
Fontane con sirene per abbellire le piazze, porte d’ingresso destinate a fare
la storia. Ed ancora alcove, appartamenti sontuosi. Ora sappiamo che la vita di
queste due donne rimarrà intrecciata per sempre tra le bellezze architettoniche
di Palermo che se ci mettiamo ad origliare con la curiosità della storia
sapranno narrarci ancora tanti intrecci di vite. Eufrosina e Felice, alla prima
una sirena del Gagini e alla seconda le candide corna della luna. Destini
diversi uniti da un abile e appassionato uomo che mi piace pensare le abbia
amate entrambe.
Mari Albanese 23 Ott 2018
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