Copertina del libretto pubblicato dall'editore De Piante
Stamattina sono andato a trovare il mio amico Stefano Vilardo che, a 96 anni, ancora lucido e con una memoria di ferro, mi ha parlato, per l'ennesima volta, dell' amicizia che l'ha legato a Leonardo Sciascia. Il pretesto questa volta glielo ha fornito l'editore milanese De Piante che, qualche settimana fa, ha pubblicato un delizioso libretto che raccoglie alcune lettere che il giovane Sciascia scrisse a Vilardo, suo compagno di banco all'Istituto Magistrale di Caltanissetta. Così, dispiaciuto di non potermi regalare l'unica copia inviatagli dall'editore, dopo avermi invitato a leggerne ad alta voce alcune pagine mi ha detto che, se volevo, potevo fotografarle.
Le lettere, oltre a confermare il forte legame affettivo che ha unito i due uomini, sono ricche di diversi spunti di riflessione.
Esse documentano, innanzitutto, il vivo interesse di Sciascia nei confronti del linguaggio poetico, con cui lui stesso si cimentò da giovane. Anche per questo non lesina consigli all'amico che si avviava a diventare poeta:
" Quando comincerai a sentire che scegliere una parola e farla poesia è più faticoso di un qualunque lavoro normale, allora vuol dire che hai qualche speranza di diventare poeta." (Da una lettera del 1940)
"A proposito delle poesie ti dirò che sempre più mi piacciono; e ti consiglierei, ove potrai, di pubblicare, pubblicare, il buono piacerà ai pochi, il brutto piacerà ai più [...] ti dò un consiglio: saccheggia, svuota, piega il vocabolario: soltanto così dominerai il sentimento. Anche la poesia è una tecnica, suprema, sfuggente, miracolosa, ma tecnica" (Da una lettera del 1944)
Nè poteva mancare, in questo delizioso libretto di 32 pagine (che costa, purtroppo, 30 euro), fin dal titolo - NESSUNO E' FELICE: tranne i prosperosi imbecilli - l'ironico pessimismo sciasciano che non ha dimenticato l' invito di Pascal di restare nella propria camera per evitare guai. (fv)
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