Tabula gratulatoria
La Luna non vediamo nel suo tutto
ma a lei cosa rimane nello sguardo?
Se lei ci osserva si domanda intanto
che cosa mai nasconde dietro il mondo
nell'ombra immantinente nera e inferma
che inghiotte ogni tramonto il fuoco vacuo
nell'orbita e nel turbine del moto.
Lei vede quella trottola rugosa
mirabili rilievi, orme, mari,
talassi asciutti e frange di colore.
Non sonda: pare tutto aperto e chiaro.
Ma luci le confondono la mira,
son troppe forse, e molte inaspettate
e puntano su forme illuminate
sfocando e nascondendo nel chiarore
il bordo delle cose da vedere.
«È tutto sotto al sole», pare dire,
ma appare invece un magma di bagliore
che riempie gli occhi suoi di librazioni.
La Terra è un luogo bello da vedere
ha oceani, monti e valli sconfinate.
C'è solo da prestare l'attenzione
dovuta a uno spettacolo circense
che pare meraviglia nei colori
e schiocca fruste in aria e scuote mani.
Ma a sera quella polvere si posa
e ognuno si ritira nel suo specchio
e guarda quella faccia bianca, erosa
che strucca nel segreto del suo doppio.
È il buio il posto chiaro da osservare,
è l'ombra a fare giorno sulle cose,
là dove per un attimo si vede.
Il dire non è altro che un mistero:
la Luna guarda con la bocca aperta
ma tace perché non esiste un nome
che chiami quella cosa inaspettata
col suono giusto e il termine perfetto.
D'altronde se trovasse le parole
con quelle sancirebbe anche la fine,
il termine che termina nel dire,
la luce che farebbe troppo fuoco
lasciando nei suoi occhi un grande abbaglio.
Distoglie l'attenzione dalle cose
la foga di parlarne e averne modo.
Silente l'occhio acuto e più curioso
adesso fermerebbe i verbi e i suoni.
È grata quella sfera al bel vedere
ma liste di vocaboli non forma:
è il tempo delle cose da non dire,
la taciturna conta che non torna.
Arianna Bonino
PS: posso naturalmente sbagliarmi ma, secondo me, la chiave della poesia si trova in questo verso:
' il dire non è altro che un mistero'. (fv)
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