23 gennaio 2022

ARIANNA BONINO, Tabula gratulatoria

 




Tabula gratulatoria


La Luna non vediamo nel suo tutto

ma a lei cosa rimane nello sguardo?

Se lei ci osserva si domanda intanto

che cosa mai nasconde dietro il mondo

nell'ombra immantinente nera e inferma

che inghiotte ogni tramonto il fuoco vacuo

nell'orbita e nel turbine del moto.

Lei vede quella trottola rugosa

mirabili rilievi, orme, mari,

talassi asciutti e frange di colore.

Non sonda: pare tutto aperto e chiaro.

Ma luci le confondono la mira,

son troppe forse, e molte inaspettate

e puntano su forme illuminate

sfocando e nascondendo nel chiarore

il bordo delle cose da vedere.

«È tutto sotto al sole», pare dire,

ma appare invece un magma di bagliore

che riempie gli occhi suoi di librazioni.

La Terra è un luogo bello da vedere

ha oceani, monti e valli sconfinate.

C'è solo da prestare l'attenzione

dovuta a uno spettacolo circense

che pare meraviglia nei colori

e schiocca fruste in aria e scuote mani.

Ma a sera quella polvere si posa

e ognuno si ritira nel suo specchio

e guarda quella faccia bianca, erosa

che strucca nel segreto del suo doppio.

È il buio il posto chiaro da osservare,

è l'ombra a fare giorno sulle cose,

là dove per un attimo si vede.

Il dire non è altro che un mistero:

la Luna guarda con la bocca aperta

ma tace perché non esiste un nome

che chiami quella cosa inaspettata

col suono giusto e il termine perfetto.

D'altronde se trovasse le parole

con quelle sancirebbe anche la fine,

il termine che termina nel dire,

la luce che farebbe troppo fuoco

lasciando nei suoi occhi un grande abbaglio.

Distoglie l'attenzione dalle cose

la foga di parlarne e averne modo.

Silente l'occhio acuto e più curioso

adesso fermerebbe i verbi e i suoni.

È grata quella sfera al bel vedere

ma liste di vocaboli non forma:

è il tempo delle cose da non dire,

la taciturna conta che non torna. 

Arianna Bonino


PS: posso naturalmente sbagliarmi ma, secondo me, la chiave  della poesia si trova in questo verso: 

' il dire non è altro che un mistero'. (fv)


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