28 gennaio 2022

RIMANE TUTTO DA VEDERE CON ARIANNA BONINO

 

Teschio (1983) di Gerard Richter


Selendipity


Io so che spesse volte è capitato

d'esser creduti in grado di svelare

la propria verità nuda e fulgente.

Trovar qualcosa è facile, succede,

bisogna veder poi se è quel che cerchi:

di solito son cose differenti

ci dissero i tre principi al galoppo

tornando senza mappa a Serendippo.

Io - piena o molto vuota - sempre tonda

appaio come statua risonante

e questo è certo vero, non lo nego

cosciente e consapevole del gioco

degli occhi che attraverso quella lente

mi cercano di notte e fanno fuoco

perché il sipario mio si vuol che cada.

Ti chiedi come sia la superficie,

come i miei mari, e questa dismisura

t'ottenebra la vista, ti confonde,

che con la coda tu dovresti osare

di scorgere qualcosa d'importante

invece di fissare l'occhio errante

che - come il nome vuole - ti fa errare.

Il grado d'incertezza delle forme

è frutto di distanza siderale:

se furono meteore a farmi fori

o è traccia di vulcani questa pelle,

rimane un mio segreto al punto tale

da volgerti lo sguardo ad altre stelle.

Tu scruti in questo cosmico silenzio

le valli mie e i laghi pieni d'ombre

ma sfugge ad ogni mossa d'occhi il punto,

il passo che consenta di sapere

la linea di una traccia, l'orlo, il senso

da scrivere su mappe timoniere.

Dovresti rinunciare alla tua cerca

ma so che non ti riesce e ti consolo:

gli oceani sono fatti per solcare

e credere di aver saputo il mondo,

descriverlo, fermarlo sulle carte

riempite di grafite e chiaroscuri.

Allora scruta pure qui, lontano,

le ombre - o sono orme? - e le frontiere,

ma sappi che per tanto che tu guardi

rimane ancora tutto da vedere.


Arianna Bonino  



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