E’ appena uscito il numero XXIV de «L’Ulisse – rivista di poesia, arti e scritture», dedicato al tema monografico “Riscrivere la natura / Attraversare il paesaggio. La rivista, da questo numero ospitata in un nuovo sito dedicato che raccoglie l’archivio dei numeri precedenti, è scaricabile gratuitamente qui. Pubblichiamo a seguire l’editoriale e l’indice del numero
Editoriale
di Stefano Salvi e Italo Testa
Il numero XXIV de L’Ulisse è dedicato al tema Riscrivere la natura / Attraversare il paesaggio. Si è a lungo assunto, nella critica letteraria e filosofica del secondo Novecento, che il discorso sulla natura rappresentasse una forma regressiva o fosse diventato ormai impossibile in poesia. Nonostante il verdetto circa la “fine” o la “morte della natura”, la questione del rapporto dialettico tra natura e storia, natura e cultura, tra scienze naturali e letteratura, ha continuato tuttavia ad attraversare in forma carsica la tradizione del secondo Novecento, dentro, dietro e attraverso il paesaggio, per tornare infine di prepotenza nell’ultimo decennio al centro dell’immaginario, alla luce dei dibattiti sul cambiamento climatico e la crisi ecologica, l’antropocene e gli effetti geologici delle nostre forme di vita. Oltre l’idillio bucolico, la natura come risorsa da dominare, l’immagine museale del paesaggio da conservare o dell’ambiente da proteggere quale riserva, emerge ora nella scrittura e nell’arte contemporanea più avvertita la consapevolezza di una pluralità di legami che connettono tra loro forme di vita differenti, ecosistemi, tecnologie, frammenti di natura e storia. La natura, le nature, in forma plurale, ibrida, frammentata, tornano così ad essere focali anche nel mondo dell’espressione, e a interrogarci frontalmente sull’ontologia dell’attualità, sulla direzione delle trasformazioni radicali e inedite cui stiamo andando incontro collettivamente e individualmente.
Il nuovo numero de L’Ulisse intende in tal senso chiedersi in che modo la poesia contemporanea, in dialogo le arti figurative, il pensiero filosofico e le scienze naturali e sociali, sia impegnata in un processo di riscrittura della natura, intercettando fenomeni di sincronizzazione, anche disastrosa, tra elementi eterogenei, parlandoci dei cambiamenti di scala che essi comportano, della dislocazione in corso del confine tra umano e non umano, delle metamorfosi inedite che attraversano il paesaggio de-caratterizzato del nostro tempo.
L’indagine è focalizzata su un arco cronologico che va dal secondo Novecento sino alle scritture più recenti, con attenzione ad autori italiani ma anche ad altre tradizioni linguistiche e culturali, esplorando anche territori limitrofi, in cui si intersecano poesia, arte figurativa, filosofia, psicanalisi, scienze sociali e naturali.
La parte monografica del numero, con la sezione POESIA DELLA NATURA NEL SECONDO NOVECENTO, è aperta da un saggio di Andrea Bongiorno che analizza in prospettiva geocritica il ruolo della memoria e dell’io nella costruzione del paesaggio in Eugenio Montale. La rappresentazione della continuità, e discontinuità, con la natura, in Mario Luzi e Italo Calvino, è presa a tema da Lucia Masetti. La dimensione psichica del paesaggio nell’opera di Paolo Volponi è l’oggetto dello studio di Roberto Gerace, mentre la dimensione fisio-bio-logica della scrittura di Andrea Zanzotto è al centro dell’indagine di Diego Terzano. Se il rapporto tra i paesaggi geografici del Friuli e dell’Appennino, da un lato, e delle immagini di città dall’altro, è l’ottica con cui Erminio Risso attraversa l’opera di Pier Paolo Pasolini, Beniamino Della Gala rintraccia nella dicotomia città/campagna il filo conduttore della rappresentazione della narrazione della sconfitta generazionale e dispersione spaziale del dopo Sessantotto in autori quali Luciano Bianciardi, Nanni Balestrini e Renzo Paris. Al rapporto tra scienza naturale e poesia nel percorso di Pierluigi Bacchini è dedicato infine l’intervento di Paolo Briganti.
La sezione FOCUS FORTINI attraversa il nesso dialettico tra natura e storia, metrica e biologia nella poesia di Franco Fortini, nel rapporto con il lavoro di Italo Calvino e Ernesto De Martino, con l’intervento di Giuseppe Palazzolo, con particolare attenzione a Composita solvantur nel contributo di Elena Niccolai e quindi, nel saggio di Luca Mozzachiodi, leggendo Paesaggio con serpente nel confronto con la teoria critica francofortese e il materialismo storico.
Interviene sulla poesia italiana più recente la sezione ANTROPOCENE E TERZO PAESAGGIO NELLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA, che ospita i contributi monografici: di Emma Pavan, Francesco Brancati, Camilla Marchisotti e Mauro Candiloro dedicati rispettivamente al paesaggio nell’opera di Fabio Pusterla, in Umana gloria di Mario Benedetti e nelle Geografie di Antonella Anedda, ed alla poesia aneddiana intesa come “respiro pastorale”, nonché – se ne occupa Francesco Ottonello – al rapporto tra antropocene, antropocentrismo e scienza naturale in Franco Buffoni. Ad uno studio panoramico, alla luce del material ecocriticism, delle “antroposcene” della poesia italiana contemporanea, e del tipo di ontologia relazionale post-antropocentrica che mettono in gioco, è dedicato il contributo di Lucia Della Fontana. Jacopo Turini sonda il macro-tema dello scavo nel sottosuolo nella poesia degli ultimi trent’anni, individuando nel motivo frammento e nella stratificazione geologica un momento latamente civile di indagine sul presente, mentre Gianluca D’Andrea studia in un modo geograficamente situato gli orientamenti spazio-ambientali della poesia contemporanea in alcuni autori siciliani. Muovendo dall’analogia tra poesia e terzo paesaggio, Sara Vergari riflette infine sulla trasformazione dell’antologia di poesia negli ultimi decenni da strumento canonizzante e gerarchico, a mappatura inclusiva, rifugio di diversità e luogo del possibile.
Alle trasformazioni della rappresentazione del paesaggio nella narrativa contemporanea è dedicata la sezione PAESAGGI IN PROSA, che si apre con un contributo di Simone Pettine sul romanzo-paesaggio di Francesco Biamonti, mostrando come in Attesa sul mare le ambientazioni in Liguria e Bosnia siano connessi ad un senso del declino. Massimiliano Manganelli e Giorgia Ghersi intervengono quindi sul motivo del postumano, del postnaturale e del terzo paesaggio nell’opera di Francesco Pecoraro. La rappresentazione dei luoghi e dello spazio in un fototesto di Giorgio Falco e Sabrina Ragucci è infine il tema dell’articolo di Gianluca Picconi.
La sezione TERRITORI LIMITROFI compie alcune incursioni sulle tematiche ambientali nell’intreccio tra poesia, filosofia, arte contemporanea e psicanalisi. Chiara Zamboni riflette sulle scrittura della natura e della soggettivazione in alcune scrittrici e pensatrici femministe contemporanee che hanno saputo mettere a tema la connessione del vivente secondo modalità che vanno oltre la dicotomia natura/cultura e la centralità dell’io. Margherita Labbe offre un excursus sul rapporto tra arte figurativa, natura e ecosistema, a partire dal Novecento sino al presente. Elisa Gianni infine ritraccia i legami psicoanalitici e poetici, tra landscapes e mindscapes, nel dialogo tra la scrittura di Vittorio Lingiardi e Laura Pugno.
La parte monografica della rivista si conclude quindi con la sezione ALTRI SGUARDI, che affronta con taglio comparatistico le tematiche del numero. Se Ginevra Latini tratta la riscrittura della natura in termini lucreziani in Francis Ponge, Raymond Queneau e Italo Calvino, Alberto Fraccacreta, attraverso il concetto di “natura guardata” e strumenti dell’ecologia radicale, analizza tre diverse modalità di fissazione dell’elemento naturale (luogo, spazio, ambiente) in autori quali Philippe Jaccottet, Valerio Magrelli e Forrest Gander. Francesco Deotto indaga il rapporto tra letteratura e rifiuti in un tempo, come quello presente, che è stato caratterizzato non solo come antropocene, ma anche come ‘epoca dell’immondizia’, leggendo in tal senso Georges Bataille, Don DeLillo, Nada Gordon e Fabio Pusterla. Lorenzo Mari interpreta alcuni momenti della poesia angloamericana contemporanea alla luce delle categoria, elaborata da Joyelle McSweeney, di dark pastoral (pastorale oscura), vista come tropo letterario di esposizione che rende manifesti alcuni aspetti ambientali del capitalismo industriale. Eugenia Nicolaci mappa l’attraversamento/traduzione della natura come spazio insieme fisico e fantastico nel rapporto che Anne Carson istituisce con i frammenti di Mimnermo nella sezione d’apertura di Plainwater. Mentre nella descrizione del paesaggio in Philip Larkin Claudia Crocco rintraccia una rappresentazione non idillica della natura, che fuoriesce dalle coordinate del romanticismo, Silvia Giudice tematizza il modo in cui l’ambivalenza esistenziale e metapoetica della figura del mare come paesaggio, in autori del classicismo moderno quali Eugenio Montale, Thomas S. Eliot e Paul Valéry, testimoni un rapporto con la natura di tipo post-tradizionale, che rifiuta il modello fusionale simbolista. Alla presenza di una lirica dell’antropocene postromantica nella poesia tedesca contemporanea, e al suo rapporto complesso con la tradizione della Naturlyrik, è dedicato infine il saggio di Ulisse Dogà sul lavoro poetico e teorico di Daniel Falb.
Chiudono il numero, come al solito, le due sezioni di Autori. Le LETTURE accolgono in questo numero scritture inedite, con un forte legame con il tema monografico, di Marco Bini, Guido Cavalli, Bernardo De Luca, Alessandra Greco, Eugenio Lucrezi, Andrea Inglese, Annalisa Manstretta, Alessandro Mantovani e Marco Todoverto. I TRADOTTI presentano una scelta di traduzione: Madhur Anand tradotto da Monica Boria, Maria Borio tradotta da Julia Pelosi-Thorpe, Jenny Mastoraki tradotta da Katerina Papatheu, Peer Krisztián tradotto da Dimitri Milleri e Noemi Nagy.
INDICE DEL NUMERO
IL DIBATTITO
POESIA DELLA NATURA NEL SECONDO NOVECENTO
Andrea
Bongiorno, Il
paesaggio antropocenico in Montale pag.
8
Lucia
Masetti, La
natura in Luzi e Calvino pag.
22
Roberto
Gerace, Paesaggio
come involucro psichico in Volponi pag.
35
Diego
Terzano, Biodicea
minima di Zanzotto pag.
48
Erminio
Risso, La
natura e la città in versi in Pasolini pag.
69
Beniamino
Della Gala, Esilî
nella natura dopo il lungo Sessantotto pag.
99
Paolo
Briganti, Bacchini
‘poeta scienziato’? pag.
117
FOCUS FORTINI
Giuseppe
Palazzolo, Fortini
tra natura e cultura pag.
125
Elena
Niccolai, Le
nature di Composita solvantur pag.
139
Luca
Mozzachiodi, Natura
dialettica in Paesaggio con serpente pag.
148
ANTROPOCENE E TERZO PAESAGGIO NELLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA
Emma
Pavan, Dire
il paesaggio in Pusterla pag.
166
Francesco
Brancati, Sguardo,
paesaggio, soggetto in Benedetti pag.
174
Camilla
Marchisotti, Le
Geografie di Anedda pag.
188
Mauro
Candiloro, La
poesia aneddiana come respiro pastorale pag.
205
Francesco
Ottonello, Scienza
e antropocene in Buffoni pag.
214
Lucia
della Fontana, La
poesia allřepoca dell’Antropocene pag.
226
Jacopo
Turini, Scavi
archeo-logici nel contemporaneo pag.
235
Gianluca
D’Andrea, Orientamenti
spazio-ambientali nella poesia siciliana pag.
247
Sara
Vergari, L’antologia
di poesia come Terzo paesaggio pag.
282
PAESAGGI IN PROSA
Simone
Pettine, Paesaggio
e declino in Biamonti pag.
288
Massimiliano
Manganelli, «La
natura è di destra»: Pecoraro pag.
296
Giorgia
Ghersi, Sullo
Stradone di Pecoraro pag.
299
Gianluca
Picconi, Essere
l’audiofono: su Falco pag.
306
TERRITORI LIMITROFI
Chiara
Zamboni, Connessioni
e scrittura pag.
313
Margherita
Labbe, Paesaggio,
arte, ecosistema pag.
322
Elisa
Gianni, Poesia,
scrittura e psicoanalisi pag.
333
ALTRI SGUARDI
Ginevra
Latini, La
natura lucreziana in Ponge, Queneau e Calvino pag.
341
Alberto
Fraccacreta, La
‘natura guardata’: Jaccottet, Magrelli, Gander pag.
355
Francesco
Deotto, Letteratura
e rifiuti: Bataille, DeLillo, Gordon, Pusterla pag.
367
Lorenzo
Mari, Pastorali
(non) americane. pag.
381
Eugenia
Nicolaci, Tradurre
la natura: Carson/ Mimnermo pag.
399
Claudia
Crocco, La
natura nella poesia di Larkin pag.
405
Silvia
Giudice, Il
mare di Montale, Eliot e Valéry pag.
414
Ulisse
Dogà, Falb,
poeta e teorico dell’antropocene pag.
424
GLI AUTORI
LETTURE
Marco
Bini pag.
440
Guido
Cavalli pag.
444
Bernardo
De Luca pag.
448
Alessandra
Greco pag.
451
Eugenio
Lucrezi pag.
458
Andrea
Inglese pag.
463
Annalisa
Manstretta pag.
465
Alessandro
Mantovani pag.
469
Marco
Todoverto pag.
476
I TRADOTTI
Madhur
Anand tradotto
da Monica
Boria pag.
485
Maria
Borio tradotta
da Julia
Pelosi-Thorpe pag.
490
Jenny
Mastoraki tradotta
da Katerina
Papatheu pag.
496
Peer
Krisztián tradotto
da Dimitri
Milleri e Noemi
Nagy pag.
504
ARTICOLO RIPRESO DA https://www.leparoleelecose.it/?p=43181
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