"Non mi hanno più voluto in RAI perché ho intervistato Fidel, Lula e Chavez. Chi dice qualcosa di diverso dal pensiero degli Stati Uniti rischia l'isolamento"
Un giornalista vero, un giornalista nobile.
Sì, siamo giustamente critici verso gran parte del giornalismo, fino a detestare legioni di suoi insulsi rappresentanti. Ma Gianni Minà dava una marcia straordinaria a questa professione. Sapeva fare giornalismo, sapeva fare tivù. Sapeva trovare parole semplici per raccontare personalità epiche che sfuggivano alla piattezza livellante dell'industria delle narrazioni (che pure vorrebbe inventare uno spessore per gli eroi di cartone). Davvero da rileggere e rivedere, per dar forma, ancora - caparbiamente - a un'altra visione del mondo.
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