In uno dei suoi ultimi Quaderni del carcere Antonio Gramsci, riprendendo una sua precedente nota del 1929 contro il cosiddetto Lorianismo, scrive:
«Tutti i più ridicoli fantasticatori che nei loro nascondigli di genì incompresi fanno scoperte strabilianti e definitive, si precipitano su ogni movimento nuovo persuasi di poter spacciare le loro fanfaluche. D'altronde ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e morale. Bisogna creare uomini sobri, pazienti, che non disperino dinanzi ai peggiori errori e non si esaltino a ogni sciocchezza. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà» (A. Gramsci)
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