Migrano gli uccelli, migriamo noi
Otto anni fa, in terza elementare, Mario a settembre ha domandato: perché le persone emigrano? La domanda era così importante che siamo rimasti a raccogliere informazioni e a ragionarci su l’intero anno. Un giorno di febbraio è nata questa discussione:
Maia: Gli uccelli migrano.
Mario: Come le persone.
Alessia: Però è diverso, perché le persone emigrano con macchine, treni, aerei e invece gli uccelli volano.
Nisrin: Le persone possono emigrare per il lavoro e per mandare i figli a scuola, gli uccelli vanno da un’altra parte perché hanno freddo.
Manuel: In realtà gli uccelli non emigrano sempre così.
Maia: Gli uccelli vanno in Africa e poi tornano in Italia.
Lorenzo: Gli uccelli possono attraversare le frontiere.
Maia: Non esistono le nuvole frontiere e mica c’è la penna d’identità…
Alessandro R: Gli uccelli migrano insieme.
Lorenzo: Le anatre vanno in stormi, fanno triangoli.
Maia: Gli umani migrano anche da soli.
Manuel: Gli uccelli migrano anche per i figli.
Seriana: Forse gli uccelli vanno via perché non trovano cibo.
Emilia: Ma gli uomini vanno in un posto e ci restano, gli uccelli vanno in un posto, e poi tornano.
Maia: Anche gli uccelli vanno per cercare cibo, per vivere bene.
Lorenzo: La maggior parte degli uomini migra per problemi, gli uccelli non sono costretti.
Maia: Sono costretti anche loro, però gli uccelli sono liberi di andare.
Emilia: Per gli uccelli è tipo un istinto, per gli umani non è previsto che c’è qualcosa che non va. Gli uomini devono sapere…
Alessandro: La differenza è che gli uomini viaggiano via terra.
Franco: Secondo voi le frontiere ci sono sempre state?
Lorenzo: Al tempo dei primitivi mica c’erano le frontiere.
Seriana: Può essere che tanto tempo fa dei signori molto cattivi volevano conquistare un altro paese e, per fare che nessuno conquistasse un altro paese, hanno inventato le frontiere.
Michele: Gli uccelli non hanno le armi.
Maia: Loro passano per il cielo.
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