14 gennaio 2024

GIANNINO BALBIS-EMANUELA MANNINO, EROTANASIE Fantasie d'amore e morte

 


Da questo bel libro riprendo, con il permesso dell'autrice Emanuela Mannino, il pezzo seguente:


Mio amato, sposo di versi

e di calici d’anima,

io sono qui

nel tuo segreto rifugio

tra mura divine e muri disumani

lontana dal tuo profumo

di bosco e di mistiche parole

lontana dal tuo sguardo

che la notte cercavo tra le stelle.

Consolati, mio amato,

che anch’io ho un pugnale nel petto

rea d’aver osato la felicità

con il mio sposo

ed il nostro amoroso frutto Astrolabio,

rea d’aver osato quell’azzurro cielo

che insieme pregammo.

Io mi chiedo:

quale colpa ha l’amore d’esser tale?

Un fiore assetato

che beve sorsi di sole

e lieto sfavilla

di corolle e di farfalle

a chi mai

dovrebbe nuocere,

forse all’invidia della gioia altrui?

Astrolabio

piange lontano

monco di albero padre

ed io

inerme madre

l’abbraccio forte

ed il ciel debole piange.

Eppure,

mio amato,

ciò che vivo

non sono che ricordi,

ciò che dici

non sono altro che

lacrime di cenere

versate su questa terra eterna.

Abbandona il volto del

tempo andato,

abbandonati al volo

dell’Addio.

M’è giunta voce

di una tale

Isabella di Morra

donna di lettere

reclusa in un gelido castello.

Anch’ella amò in segreto

il suo maestro

e nel dolore del cuore solitario

distante dalla carne del suo amato

strappata dai suoi versi purissimi

ella fioriva

di edere e di rose.

Anch’io,

seppure spezzata,

ho tenuto insieme

radici di sole e seni di luna

nutrendo la speranza

con latte d’anima.

Non straziarti, amato mio,

noi siamo qui.

Cercami bene:

nell’Eterno udirai

lo sciabordio d’un onda dolce,

lì mi troverai

nuda di dolore

rosa rossa di mare.

(Costanza)

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