Con questo discorso, pronunciato alla Camera il 16 maggio 1925, Gramsci
intervenne contro il disegno di legge Mussolini-Rocco rivolto contro la
Massoneria. Quella di Gramsci fu l'unica voce che si alzò coraggiosamente
contro un progetto di legge liberticida che intendeva colpire la Massoneria,
accusata di essere una associazione segreta antinazionale e asservita allo
straniero, ma in realtà poneva le premesse di una futura messa al bando di ogni
associazione considerata nemica del regime. Come lucidamente preannunciato da
Gramsci, più volto interrotto da Mussolini, la messa fuori legge della
Massoneria avrebbe segnato di fatto la fine della democrazia in Italia. Da
notare nell'intervento del dirigente comunista il tentativo di una prima
approssimativa definizione della natura sociale e del ruolo storico svolto
dalla Massoneria in Italia nel Risorgimento e poi nella costruzione dello Stato
unitario. Tentativo che avrà poi la sua definitiva sistemazione nei Quaderni
del carcere.
G.A.
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