18 luglio 2024

UNA STRAGE DA RICORDARE INSIEME AI DEPISTAGGI DEI SERVIZI SEGRETI 1 e 2

 


Strage di via D’Amelio, i figli di Borsellino contro Chigi e Viminale.

TRENTADUE ANNI DOPO. «Sono responsabili civili per i depistaggi». Sotto accusa 4 poliziotti. Tra assoluzioni e prescrizioni, torna il teorema della trattativa. Fuori dai tribunali non si fermano le polemiche incrociate sull’anniversario 

Aspettando quella che sarà la lettura completa delle motivazioni, questo quanto un pò sfuggito dai giorni scorsi

Depistaggio Borsellino, prescrizione salva 3 poliziotti

(ANSA) - CALTANISSETTA, 04 GIU - A voler leggere tra le righe del dispositivo un passo in più è stato fatto, ma la verità giudiziaria sulla strage di Via D'Amelio resta lontana, sepolta dalla prescrizione che, a distanza di 32 anni dai fatti, impedisce ancora una volta di avere un verdetto di colpevolezza su quello che i giudici definirono "il più grave depistaggio della storia repubblicana".

La corte d'appello di Caltanissetta, come fece il tribunale, ha dichiarato prescritte le accuse di calunnia aggravata dall'aver favorito la mafia, contestate al funzionario di polizia Mario Bo e all'ispettore Fabrizio Mattei, investigatori del pool che condusse le indagini sulle stragi mafiose del '92. Stessa decisione è stata presa per il terzo imputato, l'agente Michele Ribaudo che, invece, in primo grado era stato assolto per mancanza di dolo.

In attesa delle motivazioni della sentenza è certo che il collegio, optando per la prescrizione, non ha ritenuto di poter assolvere i tre imputati nel merito. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sotto la guida dell'allora capo della Mobile Arnaldo La Barbera, poi deceduto, i tre investigatori avrebbero costruito a tavolino una falsa verità sull'attentato, costringendo personaggi come Vincenzo Scarantino, piccolo contrabbandiere del quartiere Guadagna, assurto al rango di superteste, a incolpare dell'eccidio mafiosi che con l'autobomba di Via D'Amelio non c'entravano nulla.

Da qui l'accusa di concorso in calunnia contestata ai tre imputati, aggravata, secondo l'accusa, dall'aver favorito la mafia.

"E' stata esclusa l'aggravante mafiosa per tutti gli imputati ma, a differenza del primo grado, è stata riconosciuta la responsabilità dell'imputato Michele Ribaudo la cui posizione è stata dichiarata prescritta perché è passato troppo tempo dal momento dei fatti.

Quindi è un mezzo accoglimento di quelli che sono stati i motivi di appello della procura generale e un totale rigetto di quelli delle altre parti", ha commentato il procuratore generale di Caltanissetta Fabio D'Anna, pubblica accusa insieme al sostituto Gaetano Bono e al pm Maurizio Bonaccorso, applicato dalla Procura. "Tre soggetti - ha continuato D'Anna - li abbiamo sicuramente individuati, e sono gli odierni imputati, gli altri concorrenti sono deceduti o comunque nei loro confronti non si e' proceduto" (...)

 

 

 


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