02 giugno 2013

Appunti sulla Psicologia alchemica di James Hillman


Sbaglia chi crede che l'alchimia sia stata lo stadio infantile e primitivo della chimica. Mai campi di ricerca furono più diversi. L'oro dei filosofi (per usare l'espressione alchemica) non fu mai l'oro dei mercanti o dei principi. VITRIOL (Visita interiora terrae rectificandoque invenies occultum lapidem), questa la chiave per comprendere il senso profondo dell'arte. Lo capì Jung che descrisse l'alchimia come un viaggio pericoloso e tormentato nelle profondità dell'inconscio alla ricerca di immagini archetipali, fonte di rigenerazione spirituale e psichica. In un libro, bellissimo e poetico, appena pubblicato da Adelphi, James Hillman continua questo percorso alla riscoperta di un sapere antichissimo e di un linguaggio simbolico che un tempo fu degli alchimisti e ora è dei pittori e dei poeti.




  
Che Jung considerasse l’immaginario alchemico una risorsa per la pratica psicoanalitica è testimoniato da opere quali Psicologia e alchimia e Mysterium Coniunctionis. Negli scritti qui raccolti Hillman riprende e approfondisce le intuizioni junghiane traendone un solido impianto epistemologico, sorprendente per coerenza e originalità.

Se «l’individuazione della nostra anima richiede il riconoscimento dell’individualità dell’anima presente nelle cose», è legittimo affiancare alla psicologia un mondo a prima vista ai suoi antipodi come l’alchimia, giacché non vi è poi grande differenza tra chi tentava di trasmutare metalli vili in oro e chi trasmuta anime sofferenti in anime rasserenate, «indorate» di pace.

Con il contagioso entusiasmo di un esploratore, Hillman illustra le corrispondenze insospettate tra stadi dell’opus alchemico e momenti dell’opus analitico: dalla nigredo inconsolabile delle fasi depressive alla lunare albedo della riflessione, dalla citrinitas dolorosa, in cui la mente «soffre la propria comprensione», alla rubedo finale, che porta all’armonia di psiche e cosmo, di giudizio critico e fantasia estetica.

E il primo paziente di questa terapia fondata su sostanze mutevoli e influssi astrologici è la psicologia stessa, poiché lo scopo dichiarato di Psicologia alchemica è fornirle «un altro metodo per immaginare le proprie idee e i propri procedimenti», guarirla dalla «letteralizzazione» che ne ha fatto un sistema di concetti ossificati e inariditi.

Qui sta, in definitiva, la vera forza di queste pagine: il linguaggio alchemico dona nuova energia a quel processo di revisione della psicologia cui James Hillman ha dedicato tutta la vita.

 


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