“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
20 giugno 2013
METTERE IN PRATICA LA COSTITUZIONE...
Il “diritto di proprietà privata”, accampato dalla J-Colors per il sequestro ed il relativo sgombero dell’Ex Colorificio occupato di Pisa “non ha fondamento giuridico, perché, a seguito dell’abbandono dell’attività produttiva, non persegue più la sua “funzione sociale”, ed è in contrasto con l’utilità sociale”, la sicurezza, la libertà e la dignità umana, come chiaramente espresso e richiesto dagli articoli 42 e 41 della Costituzione. E’ la richiesta chiara e diretta di acquisizione pubblica dell’ex Colorificio lanciata oggi in conferenza stampa a Pisa da un ampio schieramento di esponenti della società civile e dell’accademia italiana in sostegno all’azione del Municipio dei Beni Comuni che ha visto il recupero dell’area di oltre 14mila metri quadrati di via Montelungo a Pisa, dismessa diversi anni fa dalla multinazionale J-Colors. Una richiesta che parte da Pisa come esperienza concreta, ma che parla di fatto a nome di tutti gli spazi occupati e liberati del nostro Paese, tra cui il Teatro Valle occupato o il Cinema Palazzo di Roma, le ex Officine RSI occupate e lo spazio dell’ex motorizzazione di via Nola (ora SCUP) sempre a Roma o la Ri-Maflow di Trezzano sul Naviglio.
L’iniziativa vede l’adesione di personalità di primo piano del mondo del diritto e dell’accademia come il professor Salvatore Settis; i giuristi Ugo Mattei, Paolo Maddalena, Luca Nivarra, Maria Rosaria Marella, Alberto Lucarelli; l’urbanista Enzo Scandurra, l’economista Guido Viale ed il sociologo Marco Revelli. Una lista a cui si aggiungono decine di esponenti del mondo della società civile italiana, dal missionario comboniano Alex Zanotelli, al fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo Francuccio Gesualdi, al regista Massimo Lauria.
Una richiesta che diventa anche una petizione che pone nuovamente al centro la necessità di dare limiti al concetto di proprietà, come costituzionalmente garantito, dando responsabilità chiare all’ente pubblico, in questo caso il Comune di Pisa che in questa situazione, ha l’obbligo di tutelare la conservazione e l’uso del territorio comunale.
“Ridare sovranità alla comunità di cittadine e cittadine” chiarisce Francesco Biagi, del Municipio dei Beni Comuni, “passa attraverso la limitazione del diritto di proprietà sulla base della sua funzione ed utilità sociale. Nel momento in cui tutto ciò non fosse rispettato, il passo conseguente dovrebbe essere l’acquisizione da parte dell’ente pubblico dell’area in questione, arrivando persino all’esproprio, laddove fosse necessario”.
L’iniziativa viene lanciata in contemporanea con l’assemblea redigente della Costituente dei Beni Comuni, organismo formato da giuristi e da esponenti della società civile presieduto da Stefano Rodotà, che proprio il 20 giugno a Roma al teatro Valle occupato si occuperà di mettere nero su bianco un nuovo statuto dei beni comuni e del concetto di proprietà privata e pubblica.
“L’ex Colorificio Liberato di Pisa” chiarisce Ugo Mattei, docente di Diritto Civile Università di Torino e vice presidente della Commissione Rodotà per i Beni pubblici, “è un caso emblematico di come un distorto concetto di proprietà privata e della sua gestione possa essere affrontato con le armi del diritto e della politica. L’iniziativa che proponiamo, che nasce a Pisa, ma ha un respiro nazionale se non internazionale, mira a riconsiderare la centralità del ruolo del privato e dei mercati anche nella gestione degli spazi collettivi, intesi come bene comune e come territorio da preservare rispetto al consumo di suolo ed alla cementificazione a cui assistiamo quotidianamente”.
La petizione diffusa oggi, dal titolo “Io pratico la Costituzione”, ha l’obiettivo di raccogliere migliaia di firma a Pisa ed in tutta Italia attraverso una capillare mobilitazione sui territori e la raccolta di adesioni sul sito di Avaaz
https://secure.avaaz.org/it/petition/Io_pratico_la_Costistuzione_Lex_Colorificio_e_proprieta_collettiva/. Un percorso che vedrà il suo punto di arrivo il 20 settembre prossimo in corrispondenza della sentenza di possibile sequestro dell’immobile, in contemporanea della quale all’ex Colorificio Liberato di Pisa verrà organizzata (per il fine settimana del 20, 21 e 22 settembre) una tre giorni nazionale che avrà l’ambizione di rilanciare su un piano di mobilitazione e di coordinamento tra le realtà di movimento italiane la questione della tutela dei beni comuni, della fruizione del territorio che appartiene ai cittadini e della funzione sociale della proprietà privata.
IO PRATICO LA COSTITUZIONE.
l’EX COLORIFICIO E’ PROPRIETA’ COLLETTIVA
PETIZIONE POPOLARE AL SINDACO DI PISA
I sottoscritti cittadini
PREMESSO:
che i cittadini di un Comune, come si deduce anche dalla vigente legge comunale e provinciale, sono “parti costitutive” della “Comunità” insediata sul territorio comunale;
che, pertanto, l’esser “parte” di una “Comunità” implica l’individuazione di due “soggetti giuridici”: il “singolo cittadino” come “parte costitutiva” della “Comunità”, la “Collettività” come “l’insieme dei cittadini” insediati su un territorio;
che il “territorio comunale”, a sua volta, appartiene, nello stesso tempo ai singoli cittadini ed alla Comunità dei cittadini considerati nel loro complesso;
che, di conseguenza, l’azione di un cittadino, o di un “gruppo” di cittadini, nell’interesse esclusivo dell’intera “Comunità”, produce di per sé effetti giuridici;
che, l’Amministrazione comunale, deve conseguentemente esercitare i propri poteri di supremazia se ed in quanto l’operato di un gruppo di cittadini risponda all’interesse esclusivo della “Comunità”;
che, in particolare un “gruppo di cittadini” ha occupato in Pisa l’immobile dell’ex colorificio, a destinazione industriale, abbandonato da una Impresa dopo aver sfruttato per anni territorio e lavoratori, per costituire uno spazio sociale”, nel quale si svolgono regolarmente incontri culturali e corsi per l’avviamento all’artigianato, nonché iniziative per la diffusione di tecniche che limitano i consumi di materie prime, riutilizzando materiali abbandonati;
che detto operato da parte di un “gruppo” di cittadini, che hanno agito, si ripete, come “parti” della Comunità, nell’interesse di “ogni altro cittadino” pisano e nell’interesse “dell’insieme dei cittadini” ha confermato l’attuale destinazione dell’area in questione ovvero “area produttiva e servizi”;
che è interesse dell’intera cittadinanza pisana che questo luogo sia conservato per i suddetti fini di utilità generale;
che, di conseguenza, il Comune non può accedere alle richieste “speculative” di cambiamento della “destinazione economica” del bene in questione, da “uso produttivo e servizi ” a “uso abitativo”, il che peggiorerebbe ancora il peso antropico, che ha già superato ogni limite nella zona in questione, ed avverrebbe a discapito delle esigenze e dei bisogni della popolazione;
che il Comune ha l’obbligo di seguire i principi di “ordine pubblico economico” sanciti dall’art. 41 della Costituzione, secondo il quale, “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, nonché dall’art. 42 della Costituzione, secondo il quale la “proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”, che, nel caso non sarebbe certamente conseguita attraverso un cambio di destinazione volto a trasformare il luogo in questione in un immobile da adibire a scopo abitativo;
che, di conseguenza, il “diritto di proprietà privata”, che la Società Per Azioni vorrebbe far valere, non ha più fondamento giuridico, perché, a seguito dell’abbandono dell’attività produttiva, non persegue più la sua “funzione sociale”, ed è in contrasto con “l’utilità e la funzione sociale”, di cui ai citati articoli 41 e 42 della Costituzione;
che il Comune in questa situazione, ha l’obbligo di acquisire, anche formalmente, l’area in questione al patrimonio comunale confermando la destinazione a servizi,
che è estremamente opportuno dare la gestione di questa area al “gruppo di cittadini” che già esercita meritevolmente detta attività;
P.Q.M.
Chiediamo che vi facciate portatori di tutte le iniziative necessarie per l’acquisizione anche formalmente dell’area dell’ex Colorificio al patrimonio comunale confermando la destinazione d’uso a fini “produttivi e servizi” e demandando la gestione di detta area agli stessi cittadini che volontariamente già svolgono detta attività nell’interesse esclusivo della comunità cittadina.
Primi firmatari
Paolo Maddalena, giurista, Costituente dei Beni Comuni
Ugo Mattei, giurista, Costituente dei Beni Comuni
Luca Nivarra, giurista, Costituente dei Beni Comuni
Maria Rosaria Marella, giurista, Costituente dei Beni Comuni
Enzo Scandurra, urbanista
Salvatore Settis, accademico dei Lincei
Marco Revelli, sociologo
Guido Viale, economista
Alberto Lucarelli, giurista
Livio Pepino, giurista
Agostino Petrillo, urbanista
Vittorio Agnoletto, Flare
Checchino Antonini, giornalista
Francesco Ciccio Auletta, Una città in comune (lista di cittadinanza, Pisa)
Marco Balconi, DES Brianza
Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano, associazione Comuni Virtuosi
Giuliana Beltrame, ALBA, circolo de Il Manifesto Padova
Marco Bersani, Attac Italia
Valeria Bochi, REES Marche
Paolo Cacciari, Associazione Decrescita
Marco Calabria, Comune-info
Gianluca Carmosino, Comune-info
Alberto Castagnola, Reset/Comune-info
Roberto Ciccarelli, giornalista de Il Manifesto
Lorenzo Coccoli, ricercatore filosofia Università Tor Vergata, Roma
Emmanuele Curti, ALBA, professore Università degli studi della Basilicata
Giuseppe De Marzo, giornalista ed attivista
Ornella De Zordo, perUnaltracittà (lista di cittadinanza, Firenze)
Marica Di Pierri, Asud/Reset
Monica Di Sisto, Fairwatch
Haidi Gaggio Giuliani, Comitato Piazza Carlo Giuliani
Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Alfonso Gianni, Fondazione Cercare Ancora
Federica Giardini, Ricercatrice in Filosofia politica, Roma Tre
Laura Greco, Asud/Reset
Lorenzo Guadagnucci, Comitato Verità e Giustizia
Maurizio Gubbiotti, Legambiente
Monica Lanfranco, giornalista, Marea
Fabio Laurenzi, Cospe
Massimo Lauria, giornalista e regista
Cristiano Lucchi, Comunità delle Piagge di Firenze
Luca Martinelli, redattore Altreconomia
Angelo Mastrandrea, giornalista, Il Manifesto
Tomaso Montanari, docente di storia dell’arte Università di Napoli
Roberto Musacchio, Altramente
Grazia Naletto, Lunaria
Jason Nardi, Solidarius Italia
Ciro Pesacane, Forum Ambientalista
Martina Pignatti Morano, Un ponte per…
Anna Pizzo, giornalista
Matteo Pucciarelli, giornalista, La Repubblica
Pietro Raitano, direttore Altreconomia
Giovanna Ricoveri, studiosa di beni comuni
Contatti stampa: Alberto Zoratti (Fairwatch/Municipio Beni Comuni) _ azoratti@yahoo.it _ 349 6766540 – Francesco Biagi (Rebeldia/Municipio Beni Comuni) _ checcobiagi@gmail.com _ 340 1549575
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