Bambini di
dieci anni che lavorano per dieci euro al giorno. Non è l'India, ma l'Italia.
Prendete un bimbo di 9 anni. Provate a immaginarlo in un cantiere edile, mentre trascina blocchi di cemento grandi e pesanti quanto lui. Pensate al momento della paga, a fine settimana: nelle sue mani finisce una banconota da 10 euro. Non è un incubo: è una storia vera, in Italia, nel 2013. Nel nostro Paese il lavoro minorile non è un fenomeno marginale, ma una piaga. Save the Children e l’Associazione Bruno Trentin hanno realizzato un’indagine che copre un vuoto durato oltre 11 anni (gli ultimi dati erano del 2002). In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile di oggi, il rapporto è stato presentato alla presenza del ministro del Lavoro Ettore Giovannini, del titolare dell’Istruzione Marco Rossi Doria e del segretario della Cgil, Susanna Camusso.
Il quadro descritto dai numeri è un pugno nello
stomaco: in Italia i minori sotto i 16 anni sfruttati sul lavoro sono 260 mila;
oltre il 5% di tutti i bambini, ragazzini e preadolescenti: più di uno su 20.
Un video di Sa-ve the Children mostra le storie degli abusi attraverso le voci
dei giovanissimi. “Che c’entra la crisi? I ragazzini sul lavoro io li ho sempre
visti. Dovrei studiare per diplomarmi? E poi? ”. Un altro ragazzo: “Ho lasciato
la scuola per motivi familiari, non riuscivo nemmeno a comprare i libri”. Un
altro ancora: “Molti dicono che hanno scelto da soli di andare a lavorare per
aiutare a casa. Quasi sempre gliel’hanno imposto i genitori. Arrivi a
diciott’anni con pochi spiccioli in mano e la schiena rotta”.
Gli impieghi forzati dei minori italiani sono pericolosi per la salute o per la sicurezza; svolti a orario continuato oppure di notte, compromettono il percorso scolastico e prosciugano tempo e energie per gioco e svago. Lo sfruttamento divora senza distinzione di genere (le femmine sono il 48%) e consuma soprattutto i ragazzini tra i 14 e i 15 anni: in questa fascia d’età, che segna il passaggio dalle medie alle superiori, quasi uno su cinque abbandona gli studi (il 18,4%). Il 41% dei minori finisce a lavorare nell’azienda di famiglia. Un abuso ancora più insopportabile perché inflitto su chi non è in grado di riconoscere l’ingiustizia, come spiega Raffaella Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save The Children: “Nonostante orari pesanti, paghe risibili (60 euro a settimana, ndr) e rischi per la salute la maggioranza dei minori non sa di essere sfruttata. Non sa cos’è un contratto di lavoro”.
(Da: Il
Fatto del 12 giugno 2013)
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