Bisogna imparare a leggere, oltre alle parole, anche i
silenzi. Le parole non bastano mai ad esprimere compiutamente quello che si
agita nei nostri cuori e nella nostra mente: "Non si ascoltano solo le
parole, ma anche il volto, lo sguardo e i gesti di chi ci sta vicino. La parola
allora attende altre risposte, che solo il silenzio aiuta a formulare."
Sono felice di avere contributo a far circolare un
libro importante di cui si ripropone una pagina ed il breve commento fatto da una
cara amica:
"Le parole, che curano e aiutano a vivere,
non sono solo quelle che un medico deve dire ai suoi pazienti, cercando di
adattarle alla loro sensibilità e alla loro fragilità, ma sono anche quelle che
un genitore rivolge ai suoi figli, un insegnante ai suoi allievi, un sacerdote
ai suoi fedeli. In ogni forma di dialogo, in ogni forma di comunicazione,
dovremmo allora fare grande attenzione alle parole che esprimiamo, e che
talora, al di là di ogni nostra intenzione, possono ferire le persone più
sensibili e vulnerabili.
Le parole, che fanno del bene e che curano, sono
quelle che tengono conto della importanza del silenzio nello svolgersi di un colloquio, di un dialogo.
Le parole sono come la sistole del nostro
cuore, e il silenzio è invece come la diastole del nostro cuore.
L’una e l’altra, la sistole e la diastole,
sono ugualmente indispensabili alla nostra vita e, in particolare, alla
comunicazione delle nostre emozioni e dei nostri pensieri; e alla loro
comprensione, e alla loro accoglienza, da parte degli altri: dei propri figli,
dei propri allievi, dei propri fedeli, ma anche di chiunque entri in relazione
con noi..."
Eugenio Borgna, Noi siamo un
colloquio, 1999
Eugenio
Borgna
possiede una straordinaria sensibilità e forza comunicativa. Leggerlo è un
continuo scoprire e al contempo trovare conferme, il che non è paradossale
perchè rappresenta proprio il cammino dell'intelligenza umana, già
individuato da Platone, che procede attraverso conoscenze e
ri-conoscimenti interiori. Riflettere sulla complementarietà di parole e
silenzio è necessario se vogliamo dare senso alla comunicazione, specie quando
quel silenzio significa anche ascolto dell'altro. Non si ascoltano solo le parole, ma anche il volto, lo sguardo e i
gesti di chi ci sta vicino. La parola allora attende altre risposte, che
solo il silenzio aiuta a formulare.
Grazia
Messina
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