Non è un caso che nel primo post che abbiamo pubblicato in questo blog ci siamo soffermati a parlare di Giordano Bruno. Lo abbiamo fatto, allora, prendendo spunto da un libro di Ermanno Rea che ci aveva particolarmente colpito. Il post portava lo stesso titolo del libro dello scrittore napoletano: LA FABBRICA DELL'OBBEDIENZA. E non mancavamo di sottolineare, insieme a Rea, che il processo della "Santa Inquisizione" celebrato a Roma contro
Giordano Bruno, oltre a segnare un’epoca, continua a condizionare il
comportamento degli italiani d’oggi. Non a caso la mafia avrebbe
mutuato il suo sistema penale dalle procedure del Santo Uffizio:
“E’ sorprendente ritrovare tutta la
ferocia dell’Inquisizione , con le sue punizioni spettacolari (…) sono
ancora oggi quelle decretate dagli eredi di Riina e Provenzano. La
faccia tagliata, per esempio, era la tortura che la Chiesa infliggeva
all’eretico. E il sasso in bocca è la variante mafiosa della mordacchia inquisitoriale, pena comminata al bestemmiatore.” (pag.44)
.. già, il SANTO Uffizio.....e meno male che era SANTO !!!!!
RispondiEliminaIl 17 febbraio del 1600 moriva sul rogo di Campo de’ Fiori Giordano Bruno, definito da Artur Schopenhauer il più grande filosofo dopo Platone. In tutta Italia, questo mese, sono state numerose le iniziative volte alla commemorazione del pensatore nolano.
RispondiEliminaLa figura di Bruno viene solitamente accostata a quella di Galileo, pensatori entrambi vittime dell'Inquisizione e dell'azione controriformistica. Ci sono distanze abissali tra i due in merito al metodo della ricerca e alla finalità della filosofia, tuttavia è incontrovertibile la comune coraggiosa difesa della libertà di pensiero in un periodo in cui sarebbe stato certamente più facile e comodo sottomettersi e ubbidire. In questo sta la particolare attualità del loro ruolo storico e culturale: quanti oggi riescono ad agire nell'indipendenza del giudizio e senza anteporre a tutto l'interesse personale?
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