“LA STRANEZZA” VISTA DA GIACOMO SOLAZZO
“U picciriddru /a strania” si diceva nel nostro dialetto per indicare quella sensazione di paura che bambini piccoli provavano verso la visione di figure diverse dai loro genitori , con conseguente pianto e rifugio tra le braccia protettive della madre . Questo ricordo di situazioni infantili mi è venuto alla mente vedendo " La stranezza " magnifico film di Roberto Andò , un regista che amo per l'eleganza e la raffinatezza con cui racconta storie significative , un vero aristocratico dell'anima ed un siciliano di cui essere orgogliosi .
La stranezza è dunque quella paura che si confonde con la curiosità ( Freud docet ) ed è l'anticamera per molti individui della creazione artistica . Pertanto vediamo Toni Servillo - Pirandello girare per le strade di Agrigento con apparente indolenza dopo aver seppellito la sua balia ( bravissima Rori Quattrocchi a rievocare con Servillo le dinamiche infantili dello " straniamento ) , incontrare e conoscere i due becchini Ficarra e Picone , venire a conoscenza delle pastoie burocratiche che da sempre affliggono la Sicilia ma nello stesso tempo assistere con simpatia alle performance di teatro popolare dei due becchini , dopo aver visitato la moglie ricoverata in manicomio . Tutto ciò sarà prodromico alla realizzazione di " Sei personaggi in cerca di autore " che dopo aver subito dei fischi clamorosi alla prima al Teatro Valle sancirà il successo definitivo di Pirandello con il conseguente premio Nobel per la letteratura .Toni Servillo è superlativo con una recita fatta prevalentemente di sguardi e mimica facciale e pochissime parole come se Roberto Andò abbia appunto voluto dire che un genio pensa moltissimo e parla soprattutto con le sue opere.
Ficarra e Picone bravissimi e, con la direzione di un grande regista siciliano ma anche profondamente europeo, raggiungono livelli di eccellenza . Tutti bravi comunque gli altri attori ed attrici che hanno partecipato alla realizzazione di un film così originale e geniale come Luigi Lo Cascio , Giulia Andò , Rosario Lisma , Renato Carpentieri e Rori Quattrocchi per citare quelli più presenti . Sottotraccia tra i vari messaggi che il film veicola c'è l'idea fondamentale che il teatro e il cinema di fronte all'aggressività della concorrenza di piattaforme , internet e TV più o meno generaliste possano salvarsi facendo leva su tutte le risorse possibili che li facciano arrivare al grande pubblico . E con grande intelligenza Roberto Andò ha scelto Ficarra e Picone ( che in fondo possono essere una versione moderna di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ne " La giara " , episodio di Kaos dei fratelli Taviani ) per affermare che il teatro e il cinema colto possono e devono contaminarsi con la dignità estrema del teatro e cinema popolare e non è un caso che questa formula stia funzionando con sale piene nelle varie proiezioni ,come da tempo non accadeva per film di un certo livello culturale ed estetico .E tutto questo non deve essere visto come un cedimento rispetto alla qualità artistica ma come una giusta valorizzazione di chi con merito riesce ad avere il successo popolare .
Infine non si può non citare il fatto che il film sia dedicato a Leonardo Sciascia, un siciliano che, come Pirandello e Roberto Andò , pur essendo profondamente legato alla propria terra, sentiva di non appartenerci fino in fondo perché la stranezza è di tutti quelli che percepiscono che una terra bellissima come la Sicilia continui comunque ad essere pervasa da inefficienze ataviche che sono una palla al piede per la sua autentica modernità civile .
GIACOMO SOLAZZO
Bravo!
RispondiElimina👏👏👏👏
RispondiEliminaOttima sintesi di un film che, ancora una volta, esalta il genio siciliano espresso a tutti i livelli : nella concezione dell'opera, nella sceneggiatura,nella regia, nella interpretazione,nella scelta delle locations!! Bravissimi tutti‼️👏🏽👏🏽
RispondiEliminaGiacomo riesci a descrivere alla perfezione ciò che c’è dentro la cultura siciliana
RispondiElimina👏👏👏
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