Ci sono libri inutili e ci sono
invece libri che aprono nuovi orizzonti e nuove prospettive e che senza alcun
dubbio arricchiscono il lettore. De Martino e la letteratura fa
parte senz’altro di quest’ultima categoria. Curato da Paolo Desogus, Riccardo
Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi, esso è stato da poco pubblicato dalla
Casa editrice Carocci (Roma 2021, pp. 286, Euro 28,00) ed è nato dalla
collaborazione di un’equipe di studiosi che fanno capo a varie Università
italiane ed europee: Paolo Zublena, Fabio Moliterni, Roberto Dainotto, Antonio
Fanelli, Marco Gatto, Andrea Agliozzo, Alessandra Grandelis, Angela Borghesi,
Chiara Carpita, Marco Antonio Bazzocchi, Francesco De Cristofaro e Valentina
Vetere, Stefania Rimini e Renato Nisticò, quest’ultimo prematuramente scomparso
alcuni anni fa. Nell’Introduzione vengono sottolineati la singolare complessità
della figura del più grande antropologo italiano, la sua relazione e il suo
costante confronto con alcuni dei più importanti scrittori italiani ed europei
contemporanei. Infatti, “l’attenzione riposta sul valore conoscitivo
dell’espressione letteraria costituisce un tratto essenziale della ricerca
antropologica e della meditazione filosofica di De Martino”. Partendo da questa
premessa, il volume è stato diviso in tre parti: nella prima vengono esaminate
le fonti letterarie che lo hanno ispirato nel corso del tempo; la seconda
(Confronti) viene dedicata all’analisi del sodalizio intellettuale fra De
Martino e alcuni scrittori e scrittrici italiani (Cesare Pavese, Rocco
Scotellaro, Pier Paolo Pasolini, Cesare Cases, Franco Fortini, Elsa Morante e
Amelia Rosselli), e infine nella terza parte (Prospettive) si raccolgono cinque
studi sull’esperienza di lettura dei testi demartiniani successiva alla
scomparsa dell’etnologo napoletano, avvenuta nel 1965 (era nato nel 1908).
Composto da saggi per nulla accademici, molto intensi e di facile lettura,
questo libro non è semplicemente utile, ma necessario, in quanto aggiunge dei
tasselli molto importanti per la conoscenza di una delle personalità più
affascinanti della cultura italiana del Novecento, di cui proprio di recente la
Casa editrice Einaudi ha ristampato due delle sue principali opere, e cioè La
fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, nuova
edizione a cura di Giordana Charuty, Daniel Fabre, Marcello Massenzio, Torino
2019, e Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria,
nuova edizione a cura di Marcello Massenzio, Torino 2021.
Da il manifesto
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