17 febbraio 2024

MILANO COREA.Inchiesta sugli immigrati negli anni del "mircolo economico"

 


SCHEDA LIBRO

Milano, 1959: Danilo Dolci propone a Giangiacomo Feltrinelli la pubblicazione di 32 storie di «sottoccupati», immigrati a Milano. Le interviste sono raccolte da Franco Alasia, operaio alla Breda; da Dolci viene l’idea di spostare il terreno di osservazione da una società arcaica a una società in pieno sviluppo, dal Sud di Banditi a Partinico alla città simbolo della ricchezza industriale. Non a caso, gli intervistati vengono da quelle periferie milanesi punteggiate da disordinati e irregolari insediamenti spontanei, in gergo chiamati «coree». Sono storie di ogni tipo: manovali in transito da un’impresa all’altra, ambulanti abusivi, contadini muratori, prostitute e pederasti. Non si tratta di un mondo destinato a scomparire, ma di una marginalità che nasce dentro il tessuto stesso della modernità, di un sommovimento che sta cambiando radicalmente la struttura sociale dell’Italia del boom. Il tema, del resto, è già divenuto scottante in seguito a una serie di scandali, come il mancato affitto di case ai «meridionali». Per presentare le interviste di Alasia, la Feltrinelli affida la stesura di un saggio al giovane sociologo Danilo Montaldi. A conquistarlo immediatamente è lo stile delle interviste: niente magnetofono, solo la trascrizione minuziosa delle parole dell’intervistato, comprese inflessioni, anacoluti e incertezze: «Da questo materiale emerge una serie di questioni: le conseguenze della guerra, la trasformazione sociale, la crisi agraria, la struttura economica, la città…». A cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, Milano, Corea si presenta come uno straordinario documento della convulsa modernizzazione italiana. Un’inchiesta che si è fatta «storia», come osserva Guido Crainz nella sua introduzione. Un libro di incredibile attualità, se si pensa alle affinità profonde che legano i percorsi dei meridionali di allora a quelli degli immigrati di oggi.


A cura dell' Editore

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