Lo scorso 17 febbraio è morto il sociologo norvegese Johan Galtung, uno dei primi collaboratori di Danilo Dolci. Tempo fa ho pubblicato, in questo stesso blog, un pezzo che ripropongo:
Johan Galtung: NE’ CAPITALISMO NE’ SOCIALISMO: ECLETTIMO.
Pensando ad alta voce: abbiamo bisogno di tutte le buone idee per combattere questa doppia crisi economica: la crescente crisi della miseria in basso, ora anche nei paesi ricchi dell’occidente, e la crescente crisi sistemica, che colpisce anche questi paesi; ma entrambe sono ovunque.
Pertanto, queste sono delle note per l’epilogo di un prossimo libro, Peace Economics, su come superare la flagrante violenza strutturale nella crisi della miseria, e la minaccia della violenza diretta, non solo quella del terrorismo e del terrorismo di stato, ma una grande guerra mondiale per far uscire l’Occidente dalla crisi sistemica, come la seconda guerra mondiale la portò fuori dalla grande depressione.
Alla radice c’è la diseguaglianza e un discorso sulla diseguaglianza con idee come un tetto massimo e una soglia minima per ridurre la diseguaglianza economica, sollevando chi sta in basso mediante le comunità come unità, ponendo dei limiti al benessere materiale, e riducendo il rapporto tra i salari degli amministratori delegati e i dipendenti al di sotto di un fattore 10 (oggi è nell’ordine delle centinaia). E ovviamente, gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, ottimi, ma impossibili da raggiungere nell’attuale sistema.
Questo presuppone meno diseguaglianza militare orientandoci verso una maggiore risoluzione del conflitto e più nonviolenza, negativa e positiva; meno diseguaglianza culturale attraverso maggior dialogo e apprendimento mutuo; meno diseguaglianza politica attraverso più democrazia, sia locale sia globale.
Anche piccoli passi nella giusta direzione possono fare grosse differenze.
Ma questo è solo lo sfondo di un discorso sulla crisi economica, che deve aprirsi a una minore monetizzazione, al baratto (come i cicli carne-petrolio-salute), e forme di lavoro, scambiando servizi sulla base di un’ora di lavoro per un’altra ora di lavoro.
Più globalizzazione equa insieme a maggiore localizzazione, più cooperative pubbliche e pubbliche-private, meno potere agli azionisti, più processi decisionali capitale-amministratori delegati-amministrazione-lavoratori-fornitori-acquirenti-comunità-natura, meno produttività del lavoro, trasformare gli economisti in generalisti anche con capacità sociali e umane; e meno interventi militari per proteggere economie insostenibili.
Poi c’è un discorso assiomatico, cambiare l’attuale economicismo da economia che uccide a una futura economia della vita, con postulati come i seguenti:
·
Natura-Umanità-Società-Mondo-Tempo-Cultura-Mercato
sono indivisibili
·
Bisogni umani fondamentali per tutti implica limiti
più bassi per l’economia
·
Più transazioni eque per ridurre le diseguaglianze
·
Sinergia tra
Natura-Umanità-Società-Mondo-Tempo-Cultura-Mercato
·
Un mondo finito implica limiti superiori alla crescita
economica
·
Trascendenza creativa per la risoluzione dei conflitti
·
Un altro mondo migliore per la dignità umana è
possibile
E questo si traduce in un discorso su ciclo economico della
natura-produzione-consumo:
·
Conditio sine qua non, riproduzione della Natura
·
Ragion d’essere, soddisfare i bisogni della vita umana
·
I cicli dovrebbero essere ampliati, globalizzati, per
superare le linee di faglia, ma solo se i termini dello scambio sono equi
·
I cicli dovrebbero essere contratti, localizzati, per
una mggiore conoscenza e controllo, sostenibilità ed equità, su scala umana.
·
I cicli dovrebbero essere più veloci, accelerati per
fornire prodotti per il sostentamento dei nodi. La moneta deve circolare.
·
I cicli dovrebbero essere più lenti, decelerati per
poterli conoscere e controllare.
·
I cicli dovrebbero essere inclusivi ed equi,
attraverso le linee di faglia
·
Per essere più equa la natura dovrebbe essere aiutata,
non solo non danneggiata
·
I consumatori dovrebbero pagare per i prodotti in modo
tale che produttori e consumatori possano godere dello stesso livello di vita
In generale il legame con i cicli dovrebbe essere il più diretto
possibile:
·
Rapporto diretto natura-produzione spostando la
produzione verso la natura;
·
Rapporto diretto produzione-consumo commercio equo,
punti di vendita in forma cooperativa;
Rapporto diretto natura-consumo:
·
nello spazio privato usando di più i giardini per
l’agricoltura, piantando cereali, vegetali, frutta da alberi e da arbusti
·
nello spazio pubblico, piantando specie commestibili
nei boschi e negli spazi comuni; nei parchi e nelle vie per
ragioni estetiche e nutritive a disposizione di tutti.
E in un discorso dell’economia reale e finanziaria:
·
Tradurre gli indicatori dF/dR (tasso di crescita
dell’economia finanziaria rispetto a quella reale, ndt) di allarme precoce in
azione precoce;
Rallentare l’economia finanziaria, accelerare l’economia reale:
·
rallentare l’economia finanziaria: non “salvare”
coloro che hanno esteso il credito più di X volte il loro capitale o coloro che
hanno contratto debiti più di Y volte la loro capacità di ripagamento.
·
accelerare l’economia reale: introdurre degli
“stimoli” per consentire alla popolazione di accedere ai beni fondamentali a
basso prezzo, accrescere il proprio benessere ed entrare nell’economia, e per i
beni normali e far crescere l’economia reale dal basso verso l’altro.
Misure difensive quando non si agisce dopo l’allarme precoce:
·
immagazzinare beni di prima necessità, produrre cibo,
mettere al sicuro gli oggetti finanziari.
·
Boicottare le peggiori istituzioni di economia
finanziaria, promuovere casse di risparmio per prestiti e depositi locali;
tasse sulle transazioni finanziarie internazionali; istituire una moneta
mondiale mista o sostenuta da una vera tesoreria mondiale.
Misure per delegittimare la speculazione:
·
pubblicare i nomi degli acquirenti e dei venditori dei
derivati,
·
mettere fuori legge le scommesse fatte con i soldi
degli altri, senza il loro consenso,
·
se la speculazione fallisce, incoraggia suicidi stile
casinò Monte Carlo
E in un discorso su
natura-lavoro-capitale-tecnologia-amministrazione:
·
passare dalla dittatura del capitale a un profilo più
equilibrato dei vari fattori: Naturismo: migliorare la natura per una maggiore
ecostabilità.
·
Lavoro: migliorare la componente umana
per una maggiore dignità
·
Capitalismo: migliorare il capitale, per una
crescita del profitto e del credito
·
Tecnologia: migliorare la tecnologia per
indurre maggiore equità
·
Amministrazione: migliorare
l’amministrazione per una maggiore democrazia
·
Cambiare il ciclo del processo decisionale: il ciclo,
non le aziende in uno o tra due nodi, è il luogo del processo decisionale,
fissati i vincoli assoluti del sostegno alla natura e agli umani.
·
Cambiare il modo di produzione cambiando i mezzi di
produzione: se vogliamo un altro modo, allora dobbiamo cambiare i mezzi, i fattori.
Il progetto di ufficio orizzontale è già una tecnologia che facilita
trasparenza ed equità; così pure il dialogo rispetto al dibattito. La cosa più
importante è rendere più uguali le sfide e le opportunità lungo il ciclo
economico.
Il discorso dei bisogni fondamentali Sopravvivenza-Benessere-
Libertà-Identità:
·
Consapevolezza dei bisogni fondamentali. Gli umani
hanno diritti umani che riflettono bisogni di identità e libertà più che
bisogni di sopravvivenza e benessere e bisogni spirituali più che somatici;
soddisfarli tutti quanti.
·
Realizzare sorpavvivenza-benessere-identità nelle
economie moderne/postmoderne mediante una economia della vita, non della morte,
cambiando gli assiomi.
·
Realizzare libertà nelle economie tradizionali. Unità
piccole, orizzontali, ma non necessariamente locali, anche
nazionali-regionali-globali; usando Internet.
Il discorso delle scuole Blu-Rosso-Rosa-Verde-Giallo:
· La scuola
Eclettica: economie verdi per i beni di prima necessità, economie nazionali rosa per
quelli normali e verde globale per quelli speciali.
Il discorso degli spazi Natura-Umanità-Società-Mondo-Tempo-Cultura:
·
Natura: equilibrio ecologico, creando un
beneficio per la natura da ogni patto tra gli esseri umani.
·
Umanità: bisogni fondamentali, rispettando
la formula un’ora = un’ora, indipendentemente dal lavoro svolto perché una vita
umana = una vita umana, per dignità ed equità. Il valore di un prodotto è il
lavoro umano investito – fondamentale per ogni contabilità economica – quindi
un’ora di lavoro umano come unità, anche per la teoria e la pratica dello scambio
uguale.
·
Società: sviluppo, producendo beni di
prima necessità e normali, anche per scopi non monetari come produrre
soddisfazione, autorealizzazione, legame sociale, non solo per una ricompensa
monetaria del lavoro.
·
Mondo: pace, attraverso il commercio per
benefici reciproci ed equi, migliorando i fattori di produzione,
l’autosufficienza, i benefici equi internalizzando le esternalità come sfida ed
ecostabilità; no Ricardo.
·
Tempo: sostenibilità, potenziando l’homo
faber-ludens-sapiens, facendo leva su tutti gli aspetti degli esseri umani,
corpo, mente e spirito.
·
Cultura: adeguatezza, attraverso il
commercio come dialogo culturale, prendendo spunto dalla ricchezza dei modelli
occidentale-islamico-buddhista-giapponese-cinese.
·
Ci sono due assoluti: priorità per
le necessità della natura e della riproduzione umana. Per il resto, scegliere
con coraggio, eclettismo con coraggio.
6 giugno 2012
Traduzione a cura del Centro Sereno Regis.
Fonte: http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2012/06/ne-capitalismo-ne-socialismo-eclettismo/
[Fonte originale: www.transcend.org]
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