01 novembre 2018

REPUBBLICA IDIOTA 1 e 2





       Nelle ultime settimane devo confessare d'aver pensato (o, desiderato) che LA REPUBBLICA, Scalfari a parte, si fosse ravveduta e riconosciuto finalmente gli errori commessi negli ultimi anni, dalla indecente campagna contro l'ex Sindaco di Roma, Marino,  al vergognoso fiancheggiamento di Renzi (almeno fino alla sua caduta). 
     Oggi riconosco d'essermi sbagliato. Non si spiegherebbe altrimenti l'incredibile editoriale di oggi, a firma dello sconosciuto Roberto Mania (pseudonimo di Eugenio Scalfari?). L'articolo s'intitola IL RISVEGLIO DLLE ELITE e si apre con queste ottuse parole:
      "Le élite economiche e finanziarie hanno ritrovato la parola. Finite al tappeto dopo il voto del 4 marzo,  erano state colpite da afasia. Perché la  vittoria dei populisti è stata in parte anche la loro sconfitta. Ci hanno messo otto mesi per riprendersi. E ora, imprenditori, banchieri, finanzieri, quelli che un tempo avremmo chiamato 'poteri forti' , parlano per dire che stiamo marciando diritti verso il baratro spinti da una politica economica sconclusionata, volutamente antieuropeista".

      Soltanto verso la fine la mosca cocchiera sembra, almeno in parte, ravvedersi; quando riconosce, a denti stretti, che l'apparente inarrestabile ondata populista è anche colpa di questa stessa élite:

"Colpa delle loro miopie, dei loro egoismi e opportunismi. La grande crisi è nata dalla finanza aggressiva e ha attraversato come un tsunami il sistema produttivo, falcidiando imprese e posti di lavoro. Le diseguaglianze si sono allargate, alimentando il rancore e il desiderio di rivalsa sociale."

      Ma la conclusione dell'editoriale conferma il vecchio vizio del giornale che, incapace di una analisi rigorosa e coerente dei fatti, continua a fidarsi della stessa élite che ha provocato tanti danni, limitandosi a fare prediche e ad auspicare improbabili ravvedimenti. (fv)  

PS: Queste mie sommarie osservazioni hanno suscitato una vivace discussione sul mio diario fb. Riprendo di seguito alcuni dei commenti che mi sono piaciuti di più:


Rosso Malpelo: Mi sembrava uno scherzo, un pesce d'aprile fuori tempo..il fatto è che domani è il giorno dei morti. Incredibile, caro Franco.


Giovanni Festa: vedi Francesco l'ottimo Marcello Veneziani aveva previsto tutto questo..Stanno preparando il golpe bianco.. una pattuglia di responsabili alla scilipoti ci sarà sempre.. un Cottarelli è sempre come si usa dire la riserva della repubblica.. L'emerito è tornato in pista.. tutto questo a prescindere dal congresso del PD (e poi ormai ai poteri forti non importa più del PD ) ...rumori di tentativo serio di golpe bianco come a suo tempo contro berlusconi http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ue-che-manovra/... PS Repubblica non ha sbagliato solo negli ultimi anni... Repubblica direi dalla fine del PCI è stato con chiarezza organico alle nuove modalità dei padroni e non dimenticare che a suo tempo non c'era giorno in cui Scalfari non riteneva opprtuno e necessario insegnare ad Enrico Berlinguer comunista il manuale del vero comunista.

marcelloveneziani.com

Francesco Virga: Veneziani non mi è mai piaciuto. Ma tu, stasera, hai ragione di dire quello che scrivi su Scalfari e Repubblica.

Giovanni Festa: ora tiro un pieno tentativo di demitizzazione. ma siamo proprio sicuri che il partito d'azione ( e repubblica ne è erede insieme con il Corriere e con la Stampa) ,si il partitto d'Azione di La Malfa e di Ciampi, sia stato sempre un fondamento della Repubblica? non è che l'esperienza stessa per quanto finita presto abbia lasciato l'eredità tecnocratica, i poteri forti,la secolarizzazione banale dei costumi e delle soggettività? e non è che alla fine l'intero mondo editoriale di e in questa modalità(penso anche al Mondo di Pannunzio e al ruolo di sentinella del capitalisno del partito radicale e di Pannella (ed oggi di Dalle Vedove e Bonino) saldandosi con i miglioristi del PCI ne hanno organizzato il decesso lungo un percorso sotterraneo di lungo periodo.. Il PCI è finito non per il crollo dell'URSS ma perchè è stato fatto fuori al proprio interno.

Francesco Virga: Secondo me ti avvicini alla verità storica più di tanti altri

Joannes Carolus Rossi: Sullo Scalfarismo e sui Miglioristi (detti a Milano Piglioristi...) porto la mia minima ma diretta testimonianza. Nel 1986 un centinaio di cittadini milanesi stufi della corruttela generale e dell'occupazione partitica di tutti i gangli del potere, fondarono per impulso di Nando Dalla Chiesa il circolo Società Civile, nel quale si contemperarono i tre riferimenti ideali dai quali emanò la Costituzione repubblicana: il cattolico, il liberale/azionista, il socialista/comunista. Naturalmente la denuncia degli scandali, della corruzione e del malgoverno locale ci procurarono parecchie inimicizie, le più virulente furono dei Piglioristi, che organizzarono l'ultimo processo stalinista in quel di Niguarda, officiato da Cervetti, a carico di Nando dalla Chiesa e Gianni Barbacetto, rei di aver smascherato gli affari di Ligresti e le complicità degli assessori Mottini e Licalzi. Ma la più radicale opposizione, che dallo scherno iniziale passò al'aperta ostilità e poi al silenzio assoluto, venne da Repubblica, perché i cento firmatari rappresentavano l'èlite intellettuale e morale cittadina, ma non facevano parte del salotto scalfariano ed anzi agivano con efficacia ed indipendenza, senza subordinarsi alla mutevole verbosità del Direttore Fondatore.
 

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