1° MAGGIO 1947 - STRAGE di PORTELLA della GINESTRA
In Sicilia, ancora oggi, nonostante le fanfare
degli storici pagati dallo Stato, pochi credono che sia stata opera di
Salvatore Turiddu Giuliano. (fv)
“[…] c’è in Italia un iperpotere cui giova, a
mantenere una determinata gestione del potere, l’ipertensione civile,
alimentata da fatti delittuosi la cui caratteristica, che si prenda o no l’esecutore
diretto, è quella della indefinibilità tra estrema destra ed estrema sinistra,
tra una matrice di violenza e l’altra […]. La prefigurazione (e premonizione)
di un tale iperpotere l’abbiamo avuta nella restaurazione democratica, in
Sicilia, negli anni Cinquanta. Chi non ricorda la strage di Portella, la morte
del bandito Giuliano, l’avvelenamento in carcere di Gaspare Pisciotta? Cose
tutte, fino ad oggi, avvolte nella menzogna. Ed è da allora che l’Italia è un
paese senza verità. Ne è venuta fuori, anzi, una regola: nessuna verità si
saprà mai riguardo a fatti delittuosi che abbiano, anche minimamente, attinenza
con la gestione del potere.”
(Leonardo Sciascia, Nero
su nero, Einaudi 1979)
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