Un fatto e un articolo divertenti ripresi da La Repubblica . Lo riportiamo con una
precisazione, piccola ma necessaria: vista la storia personale del “Santo
Padre”, più che di arguzia francescana si dovrebbe forse parlare di astuzia
gesuitica.
Francesco
Merlo - Se anche il Diavolo si trasforma in uno show
Adesso sì che ci vorrebbe un superesorcista, ma di quelli sobri e dunque rari, per liberare la Santa Romana Chiesa dal peccato preferito dal demonio: la vanità. E non solo quella di padre Amorth, famoso scacciadiavoli, che è andato a farsi prendere in giro da quei folletti radiofonici di “Un giorno da pecora”.
Questo pittoresco pretone, che sembrava più un’esca che uno spauracchio per diavoli, ha raccontato l’indicibile rito dell’esorcismo papale spiegando pure che quel povero assatanato, a cui i giornali complici oscurano il viso forse per cautela o forse per paura del contagio, di maligni in corpo ne aveva almeno quattro. «Ma per cacciarli davvero via ci vuole bene altro», ha aggiunto padre Amorth: da professionista si è offerto alla clientela.
Papa Francesco – bisogna riconoscerlo – aveva sbrigato la pratica con la sua solita affabilità e la sua proverbiale arguzia francescane. Aveva infatti imposto le mani taumaturgiche sul posseduto (“presunto” si scriverebbe in cronaca giudiziaria) e senza neppure pensarci su, in mezzo alla folla. E noi non ci saremmo accorti di nulla se la notizia non avesse avuto l’imprimatur della televisione dei vescovi diretta, nientemeno, da Dino Boffo. Il Papa infatti era riuscito ad essere spontaneo e semplice anche quando qualcuno gli mormorava all’orecchio che il malato era un indemoniato. Il solito Francesco insomma: si era comportato con quel malato un po’ come quando telefona alla libraia o porta la sedia alla guardia svizzera che instancabilmente vigila dietro la sua porta.
D’altra parte l’esorcismo a cui siamo abituati (si fa per dire) è una cerimonia esoterica, con lo zolfo, la schiuma e gli improperi, mentre quella di Papa Francesco sembrava quasi una pranoterapia, all’improvviso e in pubblico, senza neppure la necessaria acqua benedetta e senza quei paramenti d’ordinanza che servono a proteggere il sacerdote come il grembiule di piombo protegge il medico dagli effetti nocivi dei raggi X.
Dunque è stata la tv dei vescovi che ha visto il diavolo nella consueta sceneggiatura del Papa che fa tutto su due piedi per essere alla mano. Dino Boffo non ha resistito alla diabolica suggestione dimenticando forse che news e devil fanno lo show. E lo show è appunto il trionfo di quella vanità che ha come unico regista il diavolo. Ingenuamente infatti padre Lombardi, che è la voce istituzionale della Chiesa, ha smentito, senza dunque accorgersi che si stava già leccando la coda quel diavolo dell’informazione che meglio di tutti sa quanto la smentita sia una notizia data due volte. Tanto più che è arrivata un’altra diabolica “smentita-conferma” e cioè la rettifica del direttore Dino Boffo. Se è vero che la regola numero uno del demonio è quella di lasciare credere che non esista, Dino Boffo certamente lo ha aiutato. Ha infatti chiesto scusa, ha detto che si è sbagliato, che lui e solo lui ha visto il demonio dove c’era solo una malattia e l’esorcismo dove c’era solo un conforto.
E intanto il diavolo, che aveva scatenato la vanità, l’ha resa inarrestabile e l’ha lasciata dilagare come le fiamme che gli sono familiari. Ha dunque svegliato padre Gabriele Amorth che, incontrato per strada effettivamente potrebbe spaventarci ma in radio risulta grottesco, non il frate Cipolla di Boccaccio, che del diavolo era davvero più furbo, ma il pretacchione tontolone di Dario Fo. E però un povero diavolo di esorcista senza capo né coda non rende povero anche il vero diavolone, e infatti tutta la sua bislacca esibizione radiofonica ha avvalorato la fiammeggiante presenza. Così il demonio ha fatto pure una grande audience, che è la traduzione moderna del famoso “baccano”, vale a dire il “sabba”, vera ragione sociale dell’“Inferno spa”.
E tutti, guardando e ascoltando padre Amorth, abbiamo dimenticato che questo Papa non ha neppure il fisico allucinato dell’esorcista che è per eccellenza l’ossuto e spettrale Max von Sydow nel celebre film che ci spaventò da ragazzi, ancora oggi ricordato come il più terrificante della storia del cinema e felicemente parodiato in “Esorciccio” da quel Ciccio Ingrassia che il fisico spettrale comunque ce l’aveva.
Teologicamente il demonio è, come si sa, l’elemento fondante della presenza della Chiesa. Ed è controversa nella cristianità la sua natura di essenza o di persona. Infatti il “liberaci dal male” del Padre Nostro dei cattolici diventa il “liberaci dal Maligno” degli ortodossi che lo scrivono pure maiuscolo. Di sicuro, il demonio non era mai stato così astuto da far credere di potere essere cacciato con un semplice mormorio della labbra, come fa il professor Raptor per far cadere Harry Potter che si esibisce in audacie aeree e acrobazie mozzafiato sulla scopa Nimbus 2000, che manco la Ferrari di quel diavolo rosso di Montezemolo.
(Da: La
Repubblica del 22 maggio 2013)
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