Una scheda del libro che presenteremo questo pomeriggio al Castello di Marineo. Il libro offre più di uno spunto per riflettere sui problemi del lavoro e della libertà che ancora oggi mancano nella nostra isola. Per questo, dopo l’intervento dell’autore del libro, apriremo un pubblico dibattito che sarà coordinato da Franco Virga.
“Pane e lavoro. Storie di lotta per la terra”.
Questo è il titolo della prima pubblicazione del giovane Antonino Musca, il quale ripercorre la storia del movimento dei
Fasci dei Lavoratori Siciliani e della strage di Caltavuturo del 20 Gennaio
1893, “con una ricostruzione tanto rapida ed essenziale quanto
efficace e convincente”, come afferma lo storico Giuseppe Carlo Marino nella prefazione al libro.
“Dopo
mesi di ricerche, di approfondimenti, di studio - afferma l’autore - questa piccola creatura che ho curato con
molta passione e determinazione vede la luce . Non sono uno storico di mestiere
o un professore universitario. Sono solo uno studente di 23 anni, molto
impegnato nel sociale, che ha voluto dare un piccolo contributo alla riscoperta
del valore della memoria storica. Con questa piccola pubblicazione non voglio
rispondere a delle domande, ma voglio lanciare piccoli spunti di riflessione
per indurre i lettori a una consapevole lettura della nostra storia, fornendo
nuovi spunti di riflessione per un’attualizzazione di quelle battaglie. L’ho
arricchita di documenti e di testimonianze (ringrazio Angelo Ficarra che ha
curato la presentazione del libro, Carlo Marino con la sua acuta prefazione e
le varie testimonianze di Ottavio Terranova, Don Lorenzo Marzullo, Dino
Paternostro e Umberto Di Maggio) che, nel complesso formano una piccola
antologia della memoria.”
Circa centoventi anni fa, tra il 1892 e il 1894,
nelle città e nelle campagne della Sicilia nacque e si sviluppò il grande
movimento dei Fasci dei Lavoratori Siciliani, al quale aderirono migliaia tra
operai, contadini, artigiani e intellettuali. In un contesto di misera e di
povertà come quello di fine ‘800, il movimento dei Fasci dei Lavoratori, si
poneva come fine quello di contrastare la grande forza dei latifondisti agrari
e di ribellarsi alle prerogative di una monarchia reazionaria. Il movimento,
inoltre, lottava per il superamento delle inique condizioni dei contratti
agrari, per il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini e per
chiedere maggiori diritti civili e sociali. Diversi furono i Fasci fondati in
tutta la Sicilia. Il primo, ufficialmente, fu quello di Catania nel 1891,
successivamente sorsero sezioni a Corleone, Piana degli Albanesi a Palermo e in
tutta la Sicilia. A Corleone il 30 luglio del 1893, si riunirono tutti i Fasci
della provincia di Palermo, per elaborare quello che venne denominato il “Patto
di Corleone”, il primo esempio di contratto sindacale redatto nell’Italia
moderna.
Proprio a Caltavuturo il 20 gennaio 1893, la
prima strage dei Fasci Siciliani, nella quale 11 contadini trovarono la morte.
Nei mesi a seguire gli atti violenti si moltiplicarono. Ci furono massacri a
Giardinello, Monreale, Lercara Friddi, Pietraperzia, Gibellina, Belmonte
Mezzagno, Marineo, Santa Caterina Villarmosa. Il bilancio finale nell’intera
isola fu tragico: più di 100 i morti e oltre 3.500 i lavoratori arrestati
e incarcerati. Fu inflitto così un colpo duro a quello che in Europa fu
uno dei movimenti di protesta più organizzati dopo la Comune di Parigi. Ma in
Italia, purtroppo sono in pochi a sapere dell’esistenza di questo movimento,
infatti, nessun manuale scolastico, parla di queste storie. Si sta cercando in
Sicilia, con molta fatica, (con la collaborazione dell’Arci, di Libera,
dell’Anpi e della Cgil) di recuperare la memoria storica di questi eventi che
fanno parte della nostra storia e del nostro passato. Il 20 gennaio 2011 a
Caltavuturo è stato lanciato un appello per intitolare “UNA VIA AI FASCI
SICILIANI IN OGNI COMUNE DELL’ISOLA” e ad oggi, notiamo con molto piacere
che molte Amministrazioni Comunali, hanno aderito alla proposta di dedicare una
via a questo grande movimento popolare. Tutto questo è sintomo di un risveglio
delle coscienze e di un vero recupero dei fatti della memoria storica, che per
tanti anni sono stati dimenticati.
Nel libro tutti questi fatti e queste lotte
vengono messe in correlazione con le rivendicazioni odierne del popolo
Saharawi, un popolo depredato delle proprie terre e dei propri diritti dal
governo Marocchino e costretto a subire l’onda dell’isolamento a causa
dell’innalzamento di un muro esteso per 2700 km che lo ha confinato in uno dei
territori più aridi dell’Africa Nord-Occidentale. Nel redigere il testo, gli
studi e le ricerche sui Fasci siciliani finiscono col mescolarsi con l’esperienza
personale di Antonino Musca, frutto di una sua visita al campo profughi
Saharawi di Tindouf nel dicembre del 2009. E questa esperienza è stata per l’autore
una delle molle principali che l’ha spinto a scrivere il libro, raccontando
nelle pagine del libro le avventure di quel viaggio.
Questa scheda è una rielaborazione della
recensione che trovate sul sito dell’autore: http://ninomuscas.wordpress.com/pane-e-lavoro/
LE PRIME FOTO DELL'INCONTRO:
All'iniziativa ha aderito il movimento RIPRENDITI MARINEO che ci sembra oggi la voce più viva ad attiva dei giovani marinesi.
RispondiEliminaSabato4 Maggio alle ore 18.00 presso il Castello parteciperemo alla presentazione del libro "pane e lavoro" di A. Musca.
RispondiEliminaPartecipate insieme a noi!!!
Maggio è il mese del libro!!
Agnese Di Sclafani
Ecco le prime foto di Andrea Namio sull'incontro!
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