«Chiediamo un posteggio al sole. Abusivi, qui si
abusa: ora basta, stavolta otterremo ciò che chiediamo». Ricordate il comizio
di Totò, segretario del sindacato dei posteggiatori abusivi, sulle scale del
Ministero dei Trasporti? Era il 1961 e il film si intitolava «Totò, Peppino e
la Dolce Vita». Pensavamo fosse la caricatura grottesca di un'Italia che non
c'è più. Ci sbagliavamo.
A Palermo la
decisione provocatoria di multare i parcheggiatori abusivi ha suscitato la
prevedibile reazione delle vittime, che hanno marciato per le strade del centro
brandendo cartelli di protesta. «Non siamo mafiosi», era il loro urlo di
dolore, e in effetti non c’è chi non veda la differenza fra chiedere denaro in
cambio di protezione e chiederlo in cambio della garanzia di ritrovarsi la
macchina non rigata (o la macchina, tout court).
La
persecuzione dei parcheggiatori abusivi - gente perbene che si guadagna
onestamente da vivere rimanendo ferma sotto il sole a non fare nulla anche per
ore - rientra in un quadro di vessazioni più generale. Davanti ai tentativi,
sporadici ma pur sempre arroganti, dello Stato di far rispettare la legge,
stupisce che solo i parcheggiatori abbiano trovato il coraggio di ribellarsi
apertamente. Cosa aspettano i borseggiatori a sfilare sotto le finestre del
municipio per rivendicare la sacrosanta libertà di scippo? E gli usurai, i
contrabbandieri, gli spacciatori? Immagino che il loro riserbo nasconda, più
che una qualche forma di pudore, il sospetto che uno stillicidio di proteste
potrebbe non sortire l’effetto sperato. Sarebbe decisamente più efficace una
manifestazione nazionale che riunisse tutte queste professioni sotto il nobile
vessillo del diritto all’illegalità.
Additando il
corteo dei parcheggiatori abusivi che rivendicavano con orgoglio l’appartenenza
alla categoria, sembra che un agente provocatore appena sceso da una Panda
abbia fatto notare ai vigili che finalmente esisteva la possibilità di
coglierli in flagranza di reato. Non mi stupirei se gli avessero dato una
multa.
(Da: La
Stampa del 15 Maggio 2013)
Nessun commento:
Posta un commento