Questa mattina proponiamo la lettura di un pezzo che, anche se non condividiamo per intero, ci sembra che offra numerosi spunti di riflessione per capire il tempo presente:
Sandro Moiso - Ben scavato vecchia talpa!
Più volte qui [...] si è insistito sul fatto che esistono già, di fatto,
due società contrapposte i cui interessi sono totalmente contrastanti e
inconciliabili. Di fatto un doppio potere in cui uno dei due attori (quello che
è stato definito per comodità il 99%), però, non è ancora cosciente
della propria forza. Nell’apparente assenza di lotte sociali generalizzate e in
mancanza di un chiaro indirizzo politico (partito formale) tale affermazione
potrebbe apparire priva di fondamento. Eppure, eppure…
Eppure l’1% ha
paura. E hanno paura i suoi servi. Tutti: ministri, politici, giornalisti,
responsabili del disordine pubblico e magistrati asserviti. Fino ai gradi più
bassi: pennivendoli, agenti delle forze del disordine, presidi e burocrati
vari. Gli invisibili radar che ricoprono i loro corpi sono in allarme. Come
fiere braccate avvertono il pericolo e reagiscono sfoderando armi, minacce e
denti. A tutti i livelli e per qualsiasi motivo.
I rilevatori
sismici nei palazzi del potere oscillano in continuazione, senza riuscire ad
individuare chiaramente l’origine esatta del sisma in arrivo. A quale
profondità stiano avvenendo i movimenti della tettonica sociale destinati, più
che probabilmente, a sfociare in scosse politiche in confronto alle quali le
lotte degli anni sessanta e settanta non potranno sembrare altro che allegre
passeggiate e divertenti scampagnate. Un venticello primaverile in confronto ai
tornado attuali sull’Oklahoma.
Infatti, non
sarebbe possibile spiegare altrimenti l’accanimento con cui negli ultimi mesi,
sempre più spesso, la repressione collettiva ed individuale abbia assunto un
parossismo che, se non fosse per i drammi individuali di chi è stato
colpito dalla vendetta preventiva dell’apparato statale, potrebbe apparire
addirittura farsesco. Così come sempre più farsesca appare la lotta di tutti
contro tutti che agita, al di là delle apparenze, i vertici dello Stato, del
Governo fantoccio e dell’Economia.
Stanno in piedi
per miracolo e sono attaccati ai seggi parlamentari e ministeriali,
letteralmente, con lo sputo e lo sanno. Tutti i passi sbagliati li hanno fatti
e continueranno a farli, incapaci ed impossibilitati, allo stesso tempo, a
correggere la propria traiettoria. Come la nave porta-container in avaria nel
porto di Genova: destinata a schiantarsi su una torre di controllo molto mal
costruita e insicura. Chiamatela Governo Letta se volete.
Accusano di terrorismo chiunque si ponga al di
fuori della semplice e supina accettazione di ciò che è “già stato deciso”: da
Caselli e Il Fatto Quotidiano che si avventano su Davide Grasso (reo
dell’occupazione di un ufficio di una ditta coinvolta nella realizzazione del
TAV in Val di Susa) all’esponente del PD piemontese Stefano Esposito che
denuncia un giornalista e blogger No TAV (Fabrizio Salmoni, titolare del blog
anti-TAV Maverick) come pericoloso eversore per aver definito i
lavoratori che pur di lavorare accettano qualsiasi compromesso, in barba agli
interessi sociali e di classe, “crumiri”.
Il neo-eletto segretario del PD accusa di
tradimento chi non si allinea all’alleanza con Berlusconi, mentre il
mummificato migliorista Emanuele Macaluso ricorda che Berlinguer e Togliatti
non partecipavano ai cortei operai (dimenticando, però, di dire che all’epoca,
stalinianamente, la CGIL-Fiom era considerata la cinghia di trasmissione delle
posizioni del Partito all’interno della classe operaia). Urlano all’omicidio
per l’annerimento di un escavatore e approvano i peggiori massacri sull’altra
sponda del Mediterraneo.
Preparano leggi autenticamente fasciste per
bloccare l’ascesa dei movimenti al Parlamento, ma si inchinano alle proposte
del Pdl e alle leggi ad personam. Si preoccupano dell’Imu, sperando che
il loro elettorato sia ancora composta da una classe media sempiterna e non si
accorgono dell’impoverimento che ha colpito anche quella loro, unica classe di
riferimento elettorale. Mentre il Presidente della Repubblica, tra un allarmato
e sentito proclama e l’altro, recalcitra di fronte ai giudici di Palermo.
Straparlano, si insultano sulle piazze e in Tv ma predispongono una legge per
incarcerare chiunque oserà ancora contestare i comizi e qualsiasi altra
manifestazione del carrozzone politico e mediatico.
Hanno svuotato le casse dello Stato e le tasche
dei cittadini ed ora pietiscono miseria e misericordia davanti ai cerberi dalla
Bundesbank e della UE. Promettono lavoro per i giovani, ma intanto
preparano leggi per abbassare ulteriormente il costo del lavoro e le
pensioni pagate a chi ha versato i contributi per quarant’anni e più. Hanno
svuotato le casse dell’INPS per pagare miliardi di ore di Cig, quando la FIAT
lo riteneva necessario, e le pensioni e le liquidazioni d’oro di dirigenti
abili solo a tagliare le teste dei dipendenti ed ora faticano a coprire le
spese minime per gli esodati.
Hanno usufruito di ogni margine, legale ed
illegale, per evadere le tasse ed avvalersi di benefit statali (cassa
integrazione in deroga, finanziamenti, favori e commesse basate sulle peggiori
corruttele), senza mai investire in ricerca e sviluppo ed oggi piangono sulla
perdita di competitività, la cui causa è fatta ricadere, tra l’altro,
interamente sulla classe operaia e i suoi diritti, conquistati a costo di dure
e sanguinose lotte.
Si sono lanciati nelle più spericolate operazioni
finanziarie, spesso sulla pelle di milioni di cittadini dei paesi meno
sviluppati e dipendenti economicamente dall’Occidente, per ritrovarsi poi con
un pugno di mosche in mano e come unica possibilità di salvezza, per le banche
e i manager, quella di affamare i propri cittadini attraverso l’acquisto
continuo di titoli di stato garantiti. Incrementando così sempre più il debito
pubblico e la necessità di tagliare ciò che resta ancora dei servizi sociali,
della sanità e dell’istruzione.
Hanno tagliato i fondi alla scuola pubblica ed
oggi, mentre il candidato Presidente “di sinistra” Prodi esalta l’attribuzione
dei finanziamenti pubblici alle scuole private cattoliche, i dirigenti
scolastici perseguitano studenti e professori che si sono opposti alle ridicole
ed inutili prove Invalsi. Così, mentre il bastone diventa sempre più grosso e
minaccioso, si cerca di distrarre ancora il pubblico con l’offerta di una
carota sempre più striminzita e marcia.
E’ stato detto, su queste pagine, tante volte: i
margini di aggiustamento tra gli interessi della maggioranza dei cittadini e
quella di chi governa la politica, le banche e l’economia non ci sono più o
sono talmente ridotti da far sì che anche un compianto ed un recupero tardivo
delle politiche keynesiane possa essere inutile e, tutto sommato, soltanto di
facciata. Senza contare che anche quelle originali non avrebbero portato da
nessuna parte se di mezzo non ci fosse stato il secondo conflitto mondiale.
Ma oggi non esiste nemmeno un governo forte di
parte, la dittatura del capitale si affida ormai a rituali sciamanici che non
funzionano più nemmeno televisivamente. Hanno sbagliato tutto, da anni e lo
sanno. Prima con Berlusconi, la cui colpa maggiore non risiede, agli occhi del
Capitale, nelle orge da puttaniere e nei probabili legami mafiosi, ma piuttosto
nell’aver disvelato agli occhi dei cittadini, per primo e in maniera
inequivocabile, i legami tra interessi privati degli imprenditori e politica.
Poi con Monti, che ha rivelato la profonda
dipendenza dell’azione politica ed economica statale dagli interessi e soprusi
della finanza internazionale, e con la ministra Fornero, che ha rivelato
l’assoluta imbecillità dei provvedimenti presi dagli esperti e dai tecnici
bocconiani. Ed in fine, come si era pronosticato su queste pagine, con la
definitiva perdita di ogni tipo di maschera sociale e politica di sinistra da
parte del PD-DS-PDS-PCI, dopo un risultato elettorale disastroso e il rinnovo
di un patto di alleanza per il potere con un nemico tutt’altro che mortale.
Stop! Ce n’è davvero abbastanza per far
dire: siete finiti su un binario morto, senza prospettive e senza futuro. Per
voi e per la società che vi deve ancora sopportare. E non è certo Grillo a
spaventare gli gnomi al governo. No, dopo le prove di conformismo ed
imbecillità date dai parlamentari grillini e visto anche il programma
elettorale sbandierato ultimamente dal comico genovese(taglio dell’Imu,
referendum sul jus soli, referendum per l’uscita dall’euro, etc.),
tutto sommato poco distante da quello delle destre, senza contare il
recentissimo flop elettorale in occasione delle amministrative.
E non sono nemmeno le iniziative di
tipo offensivo messe in atto sui territori occupati militarmente o
altrove. Quelle al massimo sono pretesti, come i colpi di pistola e le reazioni
viscerali e suicide di qualche disperato. No, fa più paura una classe operaia
che va in piazza e spinge, anche confusamente, la Fiom a prendere sempre più le
distanza, magari ancora solo strumentalmente, dal PD e dai vertici della CGIL.
Fa paura il non voto di milioni di cittadini e il loro progressivo e
smagato distacco nei confronti delle sirene politiche e parlamentari. Fa paura
l’organizzazione e la discussione che viene dal basso. Fanno paura l’incontro
tra studenti ed operai in piazza Verdi a Bologna e lo sciopero interrazziale e
spontaneo dei facchini. Fanno paura Anonymous e l’azione degli hacker,
spesso giovanissimi, che infrangono i portali degli apparati di stato e dei
loro segreti.
Fanno paura gli otto milioni e mezzo di cittadini
che versano, secondo le ultime stime dell’Istat, in gravissime condizioni
economiche (raddoppiati nel corso degli ultimi due anni), i 15 milioni di
individui che versano in condizione di deprivazione e disagio economico,
i due milioni e mezzo di giovani (tra i 15 e i 29 anni) che non studiano e non
lavorano e i circa sei milioni di disoccupati cronici. Il capitale, insomma, ha
paura di se stesso e delle conseguenze delle sue politiche.
Così il premier Enrico Letta è costretto a
scrivere, in una lettera, al presidente del Consiglio della Ue, Herman Van
Rompuy: ”Avere finanze pubbliche sane serve. Ma se l’Ue non è
capace di intervenire per risolvere la disoccupazione, finirà per alimentare sentimenti
di frustrazione e risentimento facendo crescere movimenti populisti ed
antieuropei“.
Il potere accusa, condanna, denuncia, costringe
alla latitanza decine di cittadini. Lo stesso potere che fa i salti mortali per
nascondere verità sempre più evidenti, come quella che, forse, negli attentati
a Falcone e Borsellino sono più coinvolti i servizi, tutt’altro che deviati,
dello Stato che la mafia stessa. Lo stesso potere che si guarda intorno
spaventato e vede pericoli ovunque. Tutto questo ha un nome: controrivoluzione
preventiva. Ma, per nostra fortuna, Marx ci ha già spiegato che là dove
c’è necessità di un’azione controrivoluzionaria, sicuramente la Rivoluzione
(sì, quella con la R maiuscola) è già all’opera. Anche al di là del sentire
della classe direttamente interessata.
Così oggi occorre saper incassare, subordinare
qualsiasi giovanile esuberanza ed intemperanza alla necessità di sviluppare
organizzazione politica, sociale e sindacale sul territorio; dando la
priorità alla necessità di andare avanti nell’approfondimento del
dibattito sulle prospettive di un movimento che non potrà essere altro che
radicalmente anti-capitalista, ma senza rinunciare alla denuncia dei
soprusi e delle ingiustizie e senza arretrare sul piano della decisa ed intransigente
difesa delle idee, dei diritti sindacali e degli spazi di iniziativa
politica e sociale .
Negli anni ottanta del XIX secolo Engels, che pur
di barricate ed organizzazione militare se ne intendeva, esortava gli operai
tedeschi a far fronte con determinazione alle leggi anti-socialiste di Bismarck
e a preparare l’organizzazione politica e sociale per rovesciare la prassi
dell’esistente modo di produzione, senza cadere nella trappola dello
scontro per lo scontro, sul terreno scelto dalla borghesia. Tale indicazione
vale, forse più, anche oggi.
La scossa sismica in arrivo non farà solo
oscillare i rilevatori, ma ne frantumerà scale, vetri e lancette. Ma, forse,
per giungere a ciò non saranno più necessari gesti romantici
come un’altra presa del Palazzo d’Inverno o qualche clamorosa, e
facilmente sconfiggibile sul piano militare, iniziativa insurrezionale:
il destino di questo morente modo di produzione sarà quello di afflosciarsi ed
accartocciarsi sulle proprie contraddizioni ed errori e non varrà nemmeno uno
scoppio di petardo. Sarà solo allora che il 99% potrà cogliere il frutto
della sua azione di contrasto e procedere oltre.
“Ma la rivoluzione va fino al fondo delle
cose. Sta ancora attraversando il purgatorio. Lavora con metodo. Fino [ad
ora] non ha condotto a termine che la prima metà della sua preparazione; ora
sta compiendo l’altra metà. [...] essa spinge
alla perfezione il potere esecutivo, lo riduce alla sua espressione
più pura, lo isola, se lo pone di fronte come l’unico ostacolo, per concentrare
contro di esso tutte le sue forze di distruzione. E quando la rivoluzione avrà
condotto a termine questa seconda metà del suo lavoro preparatorio, l’Europa
balzerà dal suo seggio e griderà: Ben scavato, vecchia talpa!” (K:
Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, dicembre 1851 – marzo 1852)
Dal sito http://www.carmillaonline.com/
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