20 dicembre 2012

CONTRO I LADRI




Oggi, per festeggiare in anticipo il prossimo Natale, desidero pubblicare i versi di un grande poeta polacco, conosciuto tramite il magnifico blog -  http://buchi-nella-sabbia.blogspot.it che non mi stancherò mai di elogiare – dell’ amica Francesca.
Per attirare l’attenzione mi sono permesso di cambiare solo il titolo del post. Per il resto pubblico, oltre alla traduzione, il testo originale della poesia  di Czesław Miłosz insieme allo splendido commento di Francesca.
Buon Natale a tutti! (l'augurio, naturalmente, non vale per i ladri!)

 
 
Speranza

C'è speranza se si crede
che la terra non è un sogno, ma un corpo vivo,
e che vista, tatto e udito non mentono.
E tutte le cose qui conosciute
sono come un giardino visto dal cancello.

Non ci si può entrare, eppure esiste, per forza.
Se guardassimo meglio e in modo più saggio
vedremmo ancora un nuovo fiore e stelle ignote
nel giardino del mondo.

Alcuni dicono che la vista è ingannevole
e che non c'è nulla, solo apparenza.
Sono questi, quelli senza speranza.
Pensano che appena l’uomo si volta
il mondo intero alle sue spalle non esista più,
come se fosse trafugato dalle mani di un ladro.
Czesław Miłosz
Świat (Poema naiwne), 1943
Nadzieja

Nadzieja bywa, jeżeli ktoś wierzy,
Że ziemia nie jest snem, lecz żywym ciałem,
I że wzrok, dotyk ani słuch nie kłamie.
A wszystkie rzeczy, które tutaj znałem,
Są niby ogród, kiedy stoisz w bramie.

Wejść tam nie można. Ale jest na pewno.
Gdybyśmy lepiej i mądrzej patrzyli,
Jeszcze kwiat nowy i gwiazdę niejedną
W ogrodzie świata byśmy zobaczyli.

Niektórzy mówią, że nas oko łudzi
I że nic nie ma, tylko się wydaje,
Ale ci właśnie nie mają nadziei.
Myślą, że kiedy człowiek się odwróci,
Cały świat za nim zaraz być przestaje,
Jakby porwały go ręce złodziei.

Ecco un fatto relativamente raro: una poesia che non è a prova di bambino. Forse perché non serve essere saggi, per avere speranza nei primi anni di vita, mentre serve esserlo molto da adulti, e moltissimo nel 1943. Il bambino, quando vuole nascondersi, dispone di un mezzo semplice e rapido per farlo, anche prima di saper camminare: si copre gli occhi. Non vedendo più nulla, è convinto di non essere visto dagli altri, ma non prova paura o disperazione, avverte solo un senso di sospensione e delle aspettative, prima del rinnovato piacere, non appena riapre gli occhi, di rivedere il mondo e di ridiventare visibile (oltre alla gioia per la riuscita magia). È come se non percepisse alcuna distinzione tra se stesso ed il mondo. Ci dev'essere un momento, verso i due-tre anni, in cui nella vita di ognuno compare il ladro che vuole portarsi via tutta la parte del mondo preclusa alla vista e traccia un netto confine del mondo al di fuori di sé. Per poter realizzare che non si può diventare invisibili e che il mondo nascosto rimane presente, e quindi per mantenere intatte le aspettative dell'infanzia e la speranza, bisogna tradirla, l'infanzia.


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