22 dicembre 2012

SI PUO' AMARE LA NOSTRA COSTITUZIONE?





Oggi ci associamo al nuovo  blog creato dall’amica Grazia Messina che ci ha sostenuto fin dai primi nostri incerti passi nel mondo degli internauti. Il riferimento è obbligato anche perché ci ha preceduti nel ricordare il bellissimo intervento del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky pubblicato proprio oggi sul giornale La Repubblica:
Grazia Messina -  Amare la  Costituzione

Da oggi gli auguri devono essere doppi. Primo perchè abbiamo "superato" la fine del mondo e ci siamo ancora, nonostante tutto. Secondo perchè si entra, non senza fatica, nel periodo delle festività natalizie e ci prepariamo, da sopravvissuti alla catastrofe planetaria, ad accogliere un nuovo anno dalle premesse assai incerte. Molti sono ancora perplessi:  la nostra sopravvivenza è stata davvero una fortuna?
Dunque spazio ai buoni, profondi, solidi e positivi sentimenti. Aiutano senz'altro.

Amore, speranza, fiducia vengono da Gustavo Zagrebelsky destinate alla "più bella del mondo", la nostra Costituzione.  
Perchè non partire dalla passione civile per riacquistare forza ed energia?

La Costituzione non è un codice di condotta, del tipo d'un codice penale, che mira a reprimere comportamenti difformi dalla norma. È invece la proposta d'un tipo di convivenza, secondo i principi ispiratori che essa proclama. Il rispetto della Costituzione non si riduce quindi alla semplice non-violazione, ma richiede attuazione delle sue norme, da assumersi come programmi d'azione politica conforme. L'Italia, o la Repubblica, "riconosce", "garantisce", "rimuove", "promuove", "favorisce", "tutela": tutte formule che indicano obiettivi per l'avvenire, per raggiungere i quali occorre mobilitazione di forze.
La Costituzione guarda avanti e richiede partecipazione attiva alla costruzione del tipo di società ch'essa propone. Vuole suscitare energie, non spegnerle. Vuole coscienze vive, non morte.
Queste energie si riassumono in una parola: politica, cioè costruzione della pòlis.

“(...) La grande eco che il discorso di Benigni ha avuto nell'opinione pubblica è stata quasi un test. Essa dimostra l'esistenza latente, nel nostro Paese, di quella che in Germania si chiama WillezurVerfassung, volontà di costituzione: anzi, di questa Costituzione. È bastato accennare ai principi informatori della nostra Carta costituzionale perché s'accendesse immediatamente l'immagine d'una società molto diversa da quella in cui viviamo; perché si comprendesse la necessità che la politica riprenda il suo posto per realizzarla; perché si mostrasse che i problemi che abbiamo di fronte, se non trovano nella Costituzione la soluzione, almeno trovano la direzione per affrontarli nel senso d'una società giusta, nella quale vorremmo vivere e per la quale anche sacrifici e rinunce valgono la pena. In due parole: fiducia e speranza. Ma senza illusioni che ciò possa avvenire senza conflitti, senza intaccare interessi e posizioni privilegiate: la "volontà di costituzione" si traduce necessariamente in "lotta per la Costituzione" per la semplice ragione che non si tratta di fotografare la realtà dei rapporti sociali, ma di modificarli(...)”  Gustavo Zagrebelsky


leggi tutto l'articolo su Repubblica del 22 dicembre 2012

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1 commento:

  1. Grazie per la segnalazione! Auguri anche a tutti i lettori di questo stimolante e poliedrico blog!

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