Il Corriere della Sera qualche giorno fa ha ristampato una
parte dell’introduzione di Alessandro
Piperno alla nuova edizione delle «Illusioni
perdute» di Honoré de Balzac, pubblicata
dagli Oscar Classici Mondadori (pp. 800, € 13,50) nella traduzione di Dianella
Selvatico Estense e Gabriella Mezzanotte. Riproponiamo di seguito un passo del testo di Piperno che rivisita un classico
della letteratura francese dell’800
A Alessandro Piperno - Il trionfo della volgarità
Passy, oggi, è un quartiere residenziale di Parigi
adagiato sulla riva destra della Senna. Uno spazio urbano a dir poco esclusivo
(quindicimila euro a metro quadro) che gode di totale autosufficienza. Chi vive
lì trova tutto quello di cui ha bisogno: e chi vive lì ha bisogno di molte
cose. L’atmosfera che vi si respira quasi tutto l’anno (soprattutto quando il
cielo grigio del mattino viene scaldato dai colori esotici della frutta, dei
crostacei, delle tartelettes geometricamente esposti dietro le vetrine)
è quella di un Natale perpetuo. Gli showroom di biancheria e di arredo per la
casa meritano una menzione speciale: non ce n’è uno che non esibisca un
soggiorno e una cucina in cui chiunque amerebbe trasferirsi.
Nonostante (o forse in virtù?) di tanta distinzione,
Passy non è un quartiere turistico. I bistrot sono affollati di benestanti
famiglie autoctone e di studentesse americane della New York University, la cui
sede parigina è una delle glorie del quartiere. Quando siedi tra loro, come uno
sfiancato flâneur baudelairiano, quasi non ti ricordi di essere così
vicino al fiume. Passy sembra costruita per suggerire in chi vi abita
l’illusione di aver raggiunto finalmente un porto sicuro. Forse non è un caso
che con tutta Parigi a disposizione Bernardo Bertolucci abbia rinchiuso Paul e
Jeanne — gli immortali sporcaccioni di Ultimo tango — proprio in un
appartamento di Passy.
continua a leggere qui
Nessun commento:
Posta un commento