In questo
blog abbiamo già parlato di Apocalissi. Ma, visto che il 21 dicembre è prossimo ad arrivare, ci
prepariamo con questa bella intervista che un apprezzato studioso del Medioevo
ha rilasciato a Il Fatto Quotidiano lo scorso 16 dicembre 2012:
Franco Cardini - Apocalisse, il grande classico di ogni
crisi
Intervista di Silvia Truzzi
No guardi,
il buio Medioevo non c’entra niente”. Franco Cardini, storico medievista, alla
parola “profezia dei Maya” ci ferma subito: “Le grandi paure del Medioevo ce le
siamo inventate nel-l’Ottocento”.
Professore,
partiamo dall’inizio. Le profezie apocalittiche ci sono sempre state?
Sì, sono
figlie della tradizione ebraica. I cristiani le hanno immesse nella civiltà
greco-romana: quando l’Impero romano si è cristianizzato c’erano già leggende
anche se non legate propriamente alla fine del mondo (è un’idea legata alle
religioni della Bibbia e del Corano, che hanno un’idea della Creazione e quindi
anche della fine).
Facciamo un
esempio.
La IV Egloga
di Virgilio, che poi i cristiani hanno usato come profezia della nascita di
Gesù, parlava proprio della fine di un ciclo. È il deteriorarsi progressivo del
mondo: l’età dell’oro, d’argento, di bronzo, di ferro. O il Kali Yuga degli
indiani, l’età nera, dopo la quale si ricomincia da capo e viene una nuova era
felice. Virgilio, attingendo a fonti gnostiche, nel I secolo a. C. – guarda
caso: proprio mentre stava nascendo Gesù – la rimette in circolazione. Questo
per dire che il mondo cristiano è sempre stato attraversato da queste leggende.
Dunque la
paura dell’anno Mille è una bufala. Ce la fanno pure studiare a scuola.
Jules
Michelet è lo storico che con Burckhardt ha inventato la parola Rinascimento.
Però ha anche inventato questo affascinante quadro della gente che l’ultima
notte dell’ultimo giorno del Primo millennio aspetta la fine del mondo. E il
giorno dopo, allegri d’esser ancora vivi, tutti tornano laboriosi più che mai
alle proprie occupazioni: da qui inizia un periodo di grande espansione.
E quale
realtà nasconde la favoletta?
Effettivamente
tra il X e l’XI secolo per ragioni climatiche, socio-economiche, politiche e
demografiche il mondo euro-mediterraneo ha avuto una sorta di risveglio. Una
situazione perfetta per agganciare anche le profezie apocalittiche.
Però non si
capisce bene perché è una favoletta...
Per la
semplice ragione che nessuno allora sarebbe stato in grado di sapere qual era
con precisione l’ultima notte del Primo millennio. Nel mondo medievale nemmeno
si poneva il problema perché c’era una pluralità di sistemi calendariali.
L’anno in Francia finiva la notte tra il Sabato santo e la Pasqua, nelle aree
dominate dal vescovo di Roma e in Germania era la notte di Natale. In Toscana e
in Lombardia, il primo giorno dell’anno era il 25 marzo, cioè l’Annunciazione.
Insomma avrebbero dovuto litigare per stabilire qual era l’ultimo giorno del
millennio! Naturalmente questo non toglie che ci siano state nel corso dell’XI
secolo molte voci profetiche sulla fine dell’umanità, legate al Libro dell’Apocalisse.
E sono credenze che si rafforzano in momenti di crisi. Il tempo in cui si è
attesa con forza la fine del mondo è stato tra la fine del Medioevo e l’inizio
dell’età moderna. Soprattutto nel periodo della Riforma. Per esempio il 1524
era molto temuto perché c’era una congiunzione astrale nel segno dei Pesci,
avevano detto che ci sarebbero stati nuovi diluvi, cataclismi: in effetti fu un
anno caratterizzato da forti piogge. E poi le guerre, le epidemie. Vuoi che in
un momento del genere non venissero fuori profezie apocalittiche?
E oggi?
Ci sono
certe cose – come le rivoluzioni – che accadono all’inizio o alla fine dei
secoli, e non mi chieda perché. All’interno delle convenzionalità – il
calendario è una di queste – si creano dei cicli che sembrano preterintenzionali.
E allora quando si arriva alla fine dei secoli e tanto più alla fine dei
millenni ci si arriva con una certa paura implicita. Quando si ha paura si
colgono i segni di quello che si teme succeda. Ora abbiamo molte paure – e non
solo perché siamo all’alba di un millennio cominciato male, con l’11 settembre
– ma perché siamo in un periodo di crisi, soprattutto noi occidentali. Sappiamo
che è finito quel mezzo millennio a partire dal quale siamo diventati i padroni
del mondo. E le paure tornano a galla. Ma, come diceva mia nonna, le disgrazie
non bisogna chiamarle.
(Da: Il
Fatto del 16 dicembre 2012)
Volevo sapere da Franco Cardini cosa ne pensa di documentari come 21.12.2012:come sopravvivere alla fine del mondo in onda già da un paio di giorni sul canale Rai reportage! Grazie
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