La questione meridionale torni al centro
Lettera aperta al segretario della Cgil. Sulla gravissima condizione umana, sociale, economica e istituzionale in cui versa il nostro Mezzogiorno
Caro segretario generale
Siamo stati molto
contenti, direi entusiasti, della tua elezione alla segreteria nazionale
della Cgil in un momento così difficile per il nostro paese. In quanto
persone impegnate da diversi decenni nello studio quanto nella vita
culturale, sociale e politica del territorio meridionale, siamo spinti a
chiederti di prestare particolare attenzione alla gravissima condizione
umana, sociale, economica e istituzionale in cui versa il nostro
Mezzogiorno. Un terzo della popolazione italiana e del suo territorio
rischia di staccarsi definitivamente dal resto del paese e di
precipitare in una guerra tra poveri di cui si nutre l’attuale ministro
dell’interno.
Dal 2008 abbiamo
registrato tassi di emigrazione mai visti, nemmeno negli anni ’50 del
secolo scorso, con le famiglie che spingono i propri figli a fuggire
prima possibile da una terra in cui è morta la speranza, in cui è stato
ucciso il luminoso modello in controtendenza di Riace. Rimangono anziani
soli o con le badanti (sempre meno) e i pochi giovani che tornano,
sconfitti, dai tentativi di emigrazione.
Il Mezzogiorno è diventato il territorio dei rifiuti tossici,
della disperazione sociale, dei Comuni falliti e/o commissariati: è
l’esempio più eloquente della «società dello scarto» denunciata da papa
Francesco nell’enciclica «Laudato sì».
Conoscendo la tua
concretezza e determinazione ti chiediamo non un generico impegno sulla
vecchia retorica della «questione meridionale», ma su quello che hic et
nunc si può ancora fare a partire da due obiettivi fondamentali. Il
primo, è evitare che passi l’autonomia finanziaria delle regioni del
Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,ecc) che non solo toglierebbe al
Sud risorse essenziali ma decreterebbe la fine del servizio sanitario
nazionale, della scuola e dell’Università, spaccando definitivamente il
nostro paese e mettendo sotto terra l’unità dei lavoratori tanto cara
alla storia della Cgil.
Il secondo obiettivo
riguarda il turn over nella Pubblica Amministrazione. Negli ultimi
dieci anni il blocco del turn over ha fatto perdere solo nel Mezzogiorno
oltre 200 mila posti di lavoro ed ha colpito i servizi essenziali. È
questo un problema per tutta l’Italia, ma è particolarmente grave nel
nostro Sud: ospedali senza più medici e infermieri, tribunali dove non
si amministra più la Giustizia per mancanza di personale, Università
meridionali in coma e Scuole fatiscenti anche nelle zone ad alto rischio
sismico e idrogeologico.
*** Tonino
Perna, Piero Bevilacqua, Vezio De Lucia, Carmine Donzelli, Tomaso
Montanari, Gianfranco Viesti, Leandra D’Antone, Laura Marchetti, Franco
Maria Bisaccia, Ignazio Masulli, Vito Teti, Mimmo Rizzuti, Walter Tocci,
Marco Revelli, Chiara Sasso, Battista Sangineto, Enzo Scandurra,
Riccardo Petrella, Giacomo Schettini.”
IL MANIFESTO
EDIZIONE DEL
05.02.2019
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