09 febbraio 2019

UNA VISITA ALLA CASA PALERMITANA DI L. SCIASCIA


Lo studio di Leonardo Sciascia a Palermo



Giovedì scorso, in una pagina de La Repubblica, Salvatore Falzone ha raccontato dell' incontro avuto con Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, nella casa palermitana del grande scrittore.
Anch'io ho avuto il piacere di visitare questa casa  e di conversare  con Vito nel divanetto che si trova nello studio di suo nonno. Ma l'emozione che ho provato davanti ai libri, ai quadri e al tavolo di lavoro dello scrittore - tutto è stato lasciato com'era - mi ha impedito di parlarne e scriverne. 
Colgo l'occasione per recuperare un ricordo con le parole con cui Falzone apre il suo articolo. (fv)


I salotti delle vecchie case sprigionano spesso sordi rancori. Mobili, soprammobili, oggetti, ti guardano in cagnesco: "Che sei venuto a fare? È finito il tempo delle visite". Mormorio patetico, subito spento, stavolta, da una voce familiare che nomina le cose e per mezz’ora le richiama alla vita. Quell’edizione Einaudi di Tutto il miele è finito sul davanzale della finestra? Vito Catalano gira la copertina: "A Leonardo Sciascia, con cara amicizia. Carlo Levi, Roma 25 gennaio 1965". E il grande carrubo con la luna che si leva, lì su una parete della stanza da pranzo? Bisogna staccarlo per leggervi dietro la dedica di Piero Guccione: "A Leonardo, dalla sua Sicilia e con particolare affetto da quella babba". Il nipote dello scrittore un pomeriggio di febbraio ci ha aperto la dimora invernale del nonno, la casa palermitana di via Scaduto e subito ha ritrovato un ricordo dei suoi dieci anni: settembre 1989, Sciascia agli sgoccioli, seduto in balcone, e Guccione chino su di lui a illustrargli l’ultimo dono. "Cerco di utilizzarla come biblioteca di famiglia - dice - Mi piace stare in mezzo ai libri di cui ho respirato l’odore fin dall’infanzia. Rileggo i dattiloscritti, per esempio le risposte alle domande degli intervistatori: e sento mio nonno parlare, come fosse ancora qui".
 

Salvatore Falzone , La Repubblica, ed. Palermo, del 7 febbraio 2019. Quello che ho riprodotto sopra è solo l'inizio dell'articolo che merita di essere letto per intero.
 

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