Che fenomeni epocali
come le migrazioni di massa scatenino contraddizioni e conflitti è
naturale. Non è di certo la prima volta che accade: pensiamo all'ondata
anti-italiana negli USA degli anni 20 che portò all'uccisione di Sacco e
Vanzetti o al massacro di lavoratori italiani ad Aigues Mortes nella
Provenza di fine Ottocento. Ma, proprio il carattere “oggettivo”
del fenomeno,
frutto della globalizzazione e cioè dell'integrazione stabile
nell'economia mondiale di quelle che fino ad oggi erano le periferie
del mondo (e dunque dello sviluppo e non del sottosviluppo, come
spesso si sente dire anche da parte di “autorevoli” esperti),
dovrebbe indurre ad un approccio più razionale che tenga conto
dell'estrema complessità della questione. Ed invece è tutto un
fiorire di posizioni emozionali e moralistiche, che, spesso con toni
ultimativi e minacciosi, invitano a prendere posizione e a schierarsi
da una parte o dall'altra senza se e senza ma, quasi fossimo allo
scontro finale fra il
bene e il male. Chi esita è un traditore, della patria o del progresso
(secondo i punti di vista), insomma un nemico da odiare. Un infantilismo
manicheo amplificato dalla rete, la
politica come il tifo da stadio. Noi non ci stiamo.L'intolleranza e
l'odio (anche da sinistra) ci preoccupa. Da questa guerra civile
virtuale noi disertiamo. Toglieteci pure l'amicizia su FB, se volete.
Mattia Feltri
La scuola dell'obbligo
È stata una bellissima
giornata. Sembrava fosse arrivato il giudizio universale e il
Padreterno avesse detto: tutti i comunisti di qua, e tutti i fascisti
di là. In fondo è facile. Pensi che a Roma la polizia abbia torto e
i rifugiati ragione? Sei comunista. Pensi che la polizia abbia
ragione e i rifugiati torto? Sei fascista. Non scocciate con le
sfumature, il dibattito è questo. O fascista o comunista.
Dunque, se pensi che la
polizia non avesse tutti i torti, ma ti dispiace un po’ di più per
i rifugiati, sempre comunista sei, e viceversa. Per esempio, ieri è
bruciata la scritta Dux fatta con i pini sulla montagna sopra
Antrodoco (vicino ad Amatrice), e se ti dispiace perché era
suggestiva, si vedeva da lontano, era lì da settantotto anni, sei
fascista. Al contrario sei tutto contento perché era uno dei simboli
di una tirannia? Sei comunista. Ancora: pensi che il prevosto che ha
fatto il selfie coi migranti in piscina poteva almeno risparmiarsi il
selfie? Fascista. Pensi che quelli di Forza Nuova che hanno promesso
di tenerlo d’occhio siano dei dementi? Comunista. Ieri era tutto
così, nelle agenzie di stampa, nei social, fascista a te, comunista
a me.
È un gioco che va di
moda. Qualche mese fa mia figlia, era in prima media, mi ha chiesto:
sei fascista o comunista? E io, né l’uno né l’altro. Lei non
capiva, non è possibile, o fascista o comunista, me lo hanno detto i
miei compagni, devo decidere se essere fascista o comunista. Vabbè,
almeno lei a settembre va in seconda media, noialtri non so.
La Stampa – 26 agosto 2017
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