29 agosto 2017

CONTRO TUTTI I PREGIUDIZI E GLI SCHEMI PRECOSTITUITI



Che fenomeni epocali come le migrazioni di massa scatenino contraddizioni e conflitti è naturale. Non è di certo la prima volta che accade: pensiamo all'ondata anti-italiana negli USA degli anni 20 che portò all'uccisione di Sacco e Vanzetti o al massacro di lavoratori italiani ad Aigues Mortes nella Provenza di fine Ottocento. Ma, proprio il carattere “oggettivo” del fenomeno, frutto della globalizzazione e cioè dell'integrazione stabile nell'economia mondiale di quelle che fino ad oggi erano le periferie del mondo (e dunque dello sviluppo e non del sottosviluppo, come spesso si sente dire anche da parte di “autorevoli” esperti), dovrebbe indurre ad un approccio più razionale che tenga conto dell'estrema complessità della questione. Ed invece è tutto un fiorire di posizioni emozionali e moralistiche, che, spesso con toni ultimativi e minacciosi, invitano a prendere posizione e a schierarsi da una parte o dall'altra senza se e senza ma, quasi fossimo allo scontro finale fra il bene e il male. Chi esita è un traditore, della patria o del progresso (secondo i punti di vista), insomma un nemico da odiare. Un infantilismo manicheo amplificato dalla rete, la politica come il tifo da stadio. Noi non ci stiamo.L'intolleranza e l'odio (anche da sinistra) ci preoccupa. Da questa guerra civile virtuale noi disertiamo. Toglieteci pure l'amicizia su FB, se volete.
Mattia Feltri
La scuola dell'obbligo
È stata una bellissima giornata. Sembrava fosse arrivato il giudizio universale e il Padreterno avesse detto: tutti i comunisti di qua, e tutti i fascisti di là. In fondo è facile. Pensi che a Roma la polizia abbia torto e i rifugiati ragione? Sei comunista. Pensi che la polizia abbia ragione e i rifugiati torto? Sei fascista. Non scocciate con le sfumature, il dibattito è questo. O fascista o comunista.
Dunque, se pensi che la polizia non avesse tutti i torti, ma ti dispiace un po’ di più per i rifugiati, sempre comunista sei, e viceversa. Per esempio, ieri è bruciata la scritta Dux fatta con i pini sulla montagna sopra Antrodoco (vicino ad Amatrice), e se ti dispiace perché era suggestiva, si vedeva da lontano, era lì da settantotto anni, sei fascista. Al contrario sei tutto contento perché era uno dei simboli di una tirannia? Sei comunista. Ancora: pensi che il prevosto che ha fatto il selfie coi migranti in piscina poteva almeno risparmiarsi il selfie? Fascista. Pensi che quelli di Forza Nuova che hanno promesso di tenerlo d’occhio siano dei dementi? Comunista. Ieri era tutto così, nelle agenzie di stampa, nei social, fascista a te, comunista a me.
È un gioco che va di moda. Qualche mese fa mia figlia, era in prima media, mi ha chiesto: sei fascista o comunista? E io, né l’uno né l’altro. Lei non capiva, non è possibile, o fascista o comunista, me lo hanno detto i miei compagni, devo decidere se essere fascista o comunista. Vabbè, almeno lei a settembre va in seconda media, noialtri non so.

La Stampa – 26 agosto 2017

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